Cronaca locale

Cardiochirurgia, al via all'Ospedale Sacco corsi sulle tecniche mini invasive

Rivolti a cardiologi e medici di base, partiranno a gennaio presso la struttura sanitaria milanese in collaborazione con Cerifos

Da sempre, fra tutte le branche della chirurgia, la chirurgia cardiotoracica è caratterizzata da procedure complesse, soggette a complicanze imprevedibili. Oggi un nuovo approccio sta radicalmente modificando il lavoro dei chirurghi e la vita di tanti pazienti operati al cuore: le metodologie mini invasive, approdate in Italia ormai vent'anni fa, si stanno affermando anche nel delicato campo della cardiochirurgia. "Con le nuove tecniche si evitano l'arresto cardiaco e l'utilizzo della circolazione extracorporea, e si riduce la dimensione dell'incisione chirurgica - spiega Massimo Lemma, direttore dell'Unità operativa di Cardiochirurgia mini invasiva dell'Ospedale Sacco di Milano -. Ciò significa meno dolore per il paziente, meno traumi, meno complicanze post-operatorie e un recupero più rapido. Tutte necessità determinanti quando, come avviene sempre più spesso, ci si trova a operare pazienti anziani, e quindi più deboli e con molteplici patologie associate".
Sia che si tratti dell'applicazione di un bypass coronarico, sia che si abbandoni la sternotomia a favore della ricerca di mini accessi alla gabbia toracica, queste sono procedure non completamente standardizzate e tecnicamente difficili. I chirurghi che le eseguono devono avere alle spalle un lungo training teorico e pratico e una grande dimestichezza con gli strumenti endoscopici. Metodi da anni insegnati all'Ospedale Sacco di Milano a un numero sempre maggiore di chirurghi, ma che non sono ancora del tutto noti ai medici meno specializzati e ai pazienti. "Spesso gli operatori sanitari non sono sufficientemente informati sui vantaggi della cardiochirurgia mini invasiva - continua Massimo Lemma -. Per questo non sanno indirizzare le persone alle strutture che la praticano. È necessario studiare percorsi di formazione non solo per i cardiochirurghi, ma anche per quegli specialisti che dialogano con i pazienti prima che questi arrivino sul tavolo operatorio, e che li seguiranno durante il periodo di convalescenza".
Per promuovere la diffusione dei metodi di cardiochirurgia mini invasiva, Massimo Lemma segue un programma di divulgazione scientifica in collaborazione con Cerifos - Centro di ricerca e formazione scientifica di Milano. In partenza a fine gennaio 2011, i primi corsi saranno aperti a cardiologi e medici di base. Illustreranno tempi di degenza e ripresa postoperatoria, metodi di riabilitazione, gestione del dolore e degli aspetti psicologici dopo l'intervento. Oltre a seminari monotematici, saranno organizzati "wet-lab" con modelli a bassa fedeltà ma ad alta riproducibilità che simulano il torace del paziente. I corsi saranno validi per l'acquisizione di crediti Ecm. Per informazioni: info@cerifos.it, www.cerifos.it, o telefonare allo 02.

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