«Cari amici del Giornale: tutti dicono Basso, ma io...»

VeneziaL’ago della bilancia guarda la laguna. Il Ponte dei Sospiri è lì vicino, Damiano Cunego non sospira, sogna.
Dopo un anno di assenza, come si ripresenta Cunego al Giro?
«In condizioni ideali e dopo una primavera in cui ho corso piuttosto bene. Ho commesso piccoli errori che non dovrò ripetere in questo Giro, dove il successo va costruito giorno per giorno».
Cosa sa di questo Giro?
«Di tappe ne ho provate solo un paio: due volte la cronometro delle Cinque Terre e poi il tappone di Monte Petrano. La neve mi ha impedito di andare a pedalare sulle salite di San Martino di Castrozza e Alpe di Siusi. Ma non credo che sarà un problema: nell’anno in cui vinsi il Giro, non avevo provato nemmeno una tappa».
A proposito di cronometro...
«Quella delle Cinque Terre è lunga, ma ondulata e adatta anche a chi non è specialista. Ho individuato una discesa tecnica, con qualche curva pericolosa, penso di potermi difendere bene».
Vedremo un Cunego diverso?
«Sicuramente sono più maturo. E credo di essere migliorato nella tenuta mentale, che in questo Giro sarà importantissima. Cercherò di essere più opportunista, proverò a creare qualcosa di imprevedibile. Gli altri anni partivo tra i grandi favoriti e poi è andata sempre male, per motivi diversi. Stavolta lascio pressione e iniziativa agli altri».
Che tradotto in obiettivi significa...
«Una buona classifica e vincere almeno una tappa, meglio se ci riesco già sulle Dolomiti. Mi piace molto anche la Cuneo-Pinerolo, se non altro per i ricordi che evoca: attenti al finale, è più duro di quel che si dice».
Veniamo ai rivali: Ivan Basso?
«Per me è il favorito. In salita va forte e ha la crono dalla sua».
Come sono i rapporti fra voi?
«Non è un nemico, non è un amico. Rapporti normali, direi».
E Di Luca?
«Salirà sul podio di Roma: si è concentrato solo sul Giro, so che è motivatissimo».
In squadra ha Bruseghin, terzo un anno fa.
«Marzio non è un avversario, sarà un compagno di squadra fondamentale».
Che dire di Armstrong?
«Lo conosco poco, pochissimo. Con lui ho corso una volta sola, alla Vuelta Catalunya nel 2003. Ma dubito che sia venuto qui solo per fare il turista».


Per lei chi è il favorito?
«Di gente che va forte ce n’è tanta, ma se devo fare un nome, dico Carlos Sastre».
Se le dico che Cunego sarà l’ago della bilancia di questo Giro?
«Mi piace l’idea. Sono pronto a sfruttare ogni minimo errore. Non sono il favorito, ma il Giro so come si vince».

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