Dopo aver preso la tessera numero uno del Pd e aver liquidato, coi suoi giornali, più di un leader della sinistra, Carlo De Benedetti torna in azione con una nuova missione: trovare un leader capace di mandare a casa Berlusconi. L’obiettivo dell’ingegnere, del resto, da anni è sempre lo stesso, togliere di mezzo il Cavaliere. E per dare “respiro internazionale” alla sua idea stavolta sceglie di rivelarla a un giornale tedesco, il settimanale Die Zeit. De Benedetti non ha dubbi: è Mario Monti l’uomo giusto per guidare l’opposizione. Insomma, detta la linea come se il Pd fosse cosa sua - e del suo giornale la Repubblica -. C’è un piccolo particolare: non basta trovare un nome, serve il consenso dei partiti. Ma De Benedetti è sicuro: “D’Alema, tutto il Pd, che è il centrosinistra e allo stesso tempo il maggiore partito all’opposizione, vogliono Monti”. Aggiungendo poi che il centrosinistra vuole “qualcuno che possa riconquistare il rispetto per l’Italia. E Monti gode di prestigio a livello mondiale”.
Lanciato in Europa dal Cavaliere
Nessuno mette in dubbio le qualità del professore, il cui curriculum vitae parla da solo. Ma c’è un particolare interessante: Monti per dieci anni è stato commissario europeo, con le deleghe al mercato interno, servizi finanziari, integrazione finanziaria, fiscalità e unione doganale. Un superministero a Bruxelles. A indicarlo per quell’incarico fu, nel 1994, il primo governo Berlusconi. Il professore fu poi confermato anche dal governo D’Alema (1999), ricevendo la delega alla Concorrenza. Se vogliamo, quindi, il primo a “lanciare” Monti – per le sue capacità – nell’agone politico – sia pure come tecnico indipendente – è stato il Cavaliere. Anche se ultimamente, però, Monti appare più il referente di un certo mondo finanziario - soprattutto internazionale - che un tecnico legato al centrodestra.
L’ossessione contro il Cav
Oggi, ha osservato De Benedetti alla Die Zeit, l’esautorazione di Berlusconi è più urgente che mai: “Siamo una barzelletta del mondo”. Quanto al leader prescelto dall’ingegnere, Monti, De Benedetti ha concordato con i giornalisti della Zeit, che gli facevano notare che l’ex commissario Ue non ha un partito. Proprio come Prodi nel 1996. E ha aggiunto che Monti non ha neanche i soldi che invece ha Berlusconi. “Tuttavia - ha commentato l’ingegnere - lo farebbe se tutti i partiti lo appoggiassero”. Un’alternativa, secondo De Benedetti, potrebbe essere il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, se non dovesse farcela a diventare presidente della Bce. Certo è, ha concluso, che “noi non abbiamo bisogno di Berlusconi”. Nessuna novità sotto il sole. Per De Benedetti la sinistra italiana non ha bisogno di un leader di sinistra. Gli serve un leader che, col proprio prestigio, nasconda le magagne e le incoerenze di una coalizione che non riesce a formulare una proposta di governo.
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