Una "carriera" tra immobili, risiko bancario ed editoria

Una "carriera" tra immobili, risiko bancario ed editoria

Roma - La prima impennata d'orgoglio l'ha avuta nel settembre 2003. Dopo essersi comprato il 3% della banca Bnl, chiedeva un posto nel consiglio di amministrazione di via Veneto per sentirsi rispondere: «Non ci sono posti liberi». Da quel giorno Danilo Coppola, immobiliarista e molto altro, quarantenne romano, non ha più smesso di far parlare di sè. In pochi mesi infatti, Coppola è diventato uno dei protagonisti del risiko bancario, del mondo italiano della finanza. Ma anche dell'editoria con le voci di una scalta a Rcs che hanno tenuto banca nell'estate 2005 e l'ingresso con il 18% nel capitale di Editori per la Finanza, il gruppo a cui fa capo Finanza e Mercati.

Una fortuna costruita sul mattone, se si pensa che dei 3.500 milioni di euro dichiarati nel 2005 dal suo gruppo 2.378 consistono in beni immobiliari che ha visto Coppola faremo molta strada, a partire da via Bolognetta, nella borgata Finocchio, periferia sud-est di Roma in cui è nato nel 1967. Quel 3% di Bnl è diventato un 4,9%. Poi èarrivata la partecipazione, attraverso 2 società controllate dalla holding lussemburghese Sfinge (capogruppo italiana è la Dacop), in Interimmobiliare. Partecipazione oggi in cassa ad un'altra società del Lussemburgo, denominata Keope. Poi, ancora, l'ingresso nella Roma di Franco Sensi, di cui Coppola detiene il 2,5% ma che, soprattutto, ha contribuito a salvare comprando dallo stesso Sensi il famoso Hotel Cicerone. Sulla squadra giallorossa del resto, Coppola ci aveva anche fatto un pensierino, tanto da dare incarico per uno studio di fattibilità all'acquisto.

Quella degli alberghi, comunque, appare una vera e propria passione del giovane immobiliarista-finanziere: il fiore all'occhiello del suo impero (stimato in un volume d'affari vicino ai 300 milioni di euro e ad un portafoglio immobili di oltre 500) è il Daniel's di via Frattina, a due passi da Piazza di Spagna. Ma anche quel pezzo di Amarcord italiano, conquistato l'anno scorso: il Grand Hotel di Rimini, albergo simbolo di una città, di una delle capitali delle vacanze italiane, caro a Federico Fellini.

A MIlano il gruppo Coppola ha in corso un mega-progetto di riqualificazione immobiliare dell'area di Porta Vittoria. Gli ultimi passi, in ordine di tempo, di Coppola verso la consacrazione nel mondo dell'economia e della finanza che contano riguardano l'acquisizione, dal gruppo Zunino, del 65% di Ipi (valore dell'operazione 185 milioni di euro) e della Lingotto Spa, di cui è diventato il primo azionista con oltre l'80% del capitale. E, ancora, la tentata scalata a Rcs all'inizio dell'estate del 2006 quando l'immobiliarista dichiarò l'interesse ad un ingresso, poi smentito dai fatti dopo mesi di voci, a fine estate. Il ruolo di Coppola, passato alle cronache come appartenente a quei 'furbetti del quartierinò che hanno tenuto banco negli ultimi anni, è anche legato al Tempio della Finanza italiana: Mediobanca dove l'immobiliarista romano è arrivato a sfiorare il 5% (4,68%) - asserendo comunque di non avere interesse ad entrare nel cda - per poi scendere, la comunicazione è proprio di ieri, al 2,17%.

La carriera di Copppola e la sua scalata ai salotti buoni è stata però, accompagnata nel tempo, dal coinvolgimento dell'immobiliarista in alcuni dei principali dossier giudiziari che hanno scandito gli ultimi anni della storia economica e finanzia. Primo tra tutti la scalata ad Antonveneta - che portò alle dimissioni dell'ex Governatore di Bankitalia, Antonio Fazio - per la quale l'immobliarista, indicato tra i "concertisti", è stato condannato di recente dalla Consob a una multa di 103 mila euro per aver violato l'obbligo di Opa. La mappa delle società riconducibili a Coppola è piuttosto fitta.

La "regia", in mano a tre fiduciarie lussemburghesi, Keope, Sfinge e Tikal Plaza mentre la società capogruppo in Italia si chiama Pacop, amministrata dalla cognata, Lucia Necci, cui si accompagnano tre Spa., Gruppo Coppola, Tikal e Ipi.

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