Carrizo e quelle due mozzarelle...

E va bene perdere a San Siro, che nessuno s’era illuso che la Lazio fosse improvvisamente diventata la squadra da battere. E va bene che il Milan te ne butta dentro quattro, che non siamo facili agli entusiasmi e ancora non avevamo iniziato a festeggiare lo scudetto. Ma prenderne due così - il secondo di Zambrotta e il quarto di Kakà - mica ci va troppo giù. Perché prima sull’1-0 e poi sul 3-1 comunque «ce stavamo a provà» (copyright dei mitici cronisti delle radio romane). Che dopo i fasti della stagione scorsa è già un risultato. E invece Carrizo è tornato un po’ quello di Cagliari - interpretazione del ruolo alla sudamericana, dice chi gli vuole bene - e s’è fatto sfuggire due tiri che, senza nulla togliere al vocabolario, a Roma chiamiamo «mozzarelle». Tre note a margine. La prima per Ledesma, che avrà pure segnato un gol capolavoro nel derby del 2007 ma è passato un anno, forse è arrivato il momento di metterlo in panchina. A sbagliare sbagliano tutti, ma lui non ne azzecca una.

La seconda per la squadra, che prima delle due «mozzarelle» ha fatto vedere cose buone e bel gioco. E noi che siamo ottimisti a queste cose ci facciamo caso. La terza per l’arbitro: il «danno procurato» mi pare questione da scienziati, ma di certo quello su Mauri era rigore.

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