di Ferruccio Repetti
Iniziativa particolarmente meritoria, quella appena inaugurata al Galata Museo del Mare: si tratta del nuovo allestimento della sala dei Globi e degli Atlanti. Che diventa una sorta di «omaggio» alla Geografia, scienza autentica - e, negli ultimi anni, molto bistrattata, vero signori dellintellighenzia che decretate con poco criterio le sorti della Cultura? - per come lo studio dellambiente naturale e umano, strettamente connessi, può insegnare a comprendere meglio e più a fondo i processi di sviluppo (e di inviluppo) del mondo. Pare davvero, entrando nella Sala (intitolata al geniale e munifico imprenditore Jack Clerici), e subito dialogando con linterattività dei supporti informatici - grazie a un sistema di navigazione touchscreen che funziona, eccome funziona! - pare davvero di riuscire a valutare pienamente le potenzialità di unapplicazione che mette in rapporto le carte geografiche «del tempo che fu» con la mappatura satellitare più aggiornata. Per scoprire, magari, che i dettagli dei cartografi del Cinquecento e del Seicento erano altrettanto minuziosi di quelli offerti dal Grande Fratello spaziale...
Ed è bello - si può dire: emozionante? - sfogliare le pagine dellAtlas Maior del Mercatore (1628) o lAtlante di Ortelio (ancora prima: anno 1570) avendo loriginale nella bacheca a sinistra e il corrispondente, pagina per pagina, a destra, sfogliabile con un semplice tocco e, volendo, anche inviabile via mail. Ne illustrano le caratteristiche innanzi tutto le due persone che questo «sistema» hanno voluto e realizzato con uno staff di capaci collaboratori: la presidente del Mu.Ma Maria Paola Profumo e il direttore Pierangelo Campodonico. E ora spiegano: «Il nuovo allestimento multimediale della Sala consente di sfogliare virtualmente le carte geografiche e ritrovarle georeferenziate sulle mappe satellitari. Un po come sfiorare, con le dita, il futuro del nostro passato». Un po, dunque, come viaggiare nel tempo e nello spazio con la curiosità inestinguibile degli esploratori di ieri e di sempre, alla scoperta di percorsi che sono dello spirito prima ancora di essere trasferiti «sul campo» e poi su carta e pagina scritta.
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