Case di tolleranza: va riformata la Merlin

Tra pochi mesi compirà cinquant’anni. Sto parlando della legge Merlin, quella legge che porta il nome della parlamentare socialista che dispose la chiusura delle case di tolleranza. Al di là delle intenzioni che erano certamente ottime, la scomparsa dei postriboli ufficiali prevista da questa legge ha determinato esiti che sono sotto gli occhi di tutti. La prostituzione è ad ogni angolo di strada, intorno ad essa gravita un truce corollario di bande criminali che sfruttano le ragazze contringendole a prostituirsi, il cervello di queste bande è sempre più frequentemente costituito da immigrati irregolari che sfuggono facilmente alle maglie già larghe della nostra giustizia, quasi sempre la prostituzione si accompagna allo spaccio di droga sicché la sua pericolosità sociale ne risulta moltiplicata. Insomma, con il dovuto rispetto alla memoria della Merlin, i risultati sono un vero e proprio disastro.

Chissà se dopo mezzo secolo qualche forza politica avrà il coraggio di emanare una nuova legge che si sostituisca alla legge Merlin e che tenga conto della modestia dei risultati da essa conseguiti unitamente alle condizoni generali profondamente mutate.

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