Politica

Casini polemizza con Amato: "Maggioranze variabili? Sono una sciocchezza"

Il leader dell'Udc attacca il ministro dell'Interno che aveva ipotizzato maggioranze variabili sui singoli provvedimenti: "È una idea spericolata, una vera e propria barzelletta che umilia il Parlamento"

Roma - Quella proposta dal ministro dell'Interno Giuliano Amato sulle maggioranze variabili sui singoli provvedimenti è «una idea spericolata, una vera e propria barzelletta che umilia il Parlamento». Lo ha detto Pier Ferdinando Casini, intervenendo in aula nella discussione sul decreto per il rifinanziamento delle missioni italiane all'estero, a cominciare dall'Afghanistan.

«Se il bipolarimo, cui molti di noi si sono affezionati, produce queste barzellette, non possiamo lamentarci se la gente è sempre più distaccata dalla politica», ha spiegato il leader dell'Udc. La proposta di Amato, per Casini, non sarebbe degna «nemmeno nel Paese più giovane del mondo, quello in cui si fanno ancora esperimenti con la democrazia». Casini ha lodato «il rigore istituzionale del Capo dello Stato», che per uscire dall'ultima crisi di governo ha «certificato» la necessità di una maggioranza politica, ed ha ricordato: «Il mio gruppo aveva proposto un governo di responsabilità nazionale proprio per evitare le barzellette. Qualcuno ha rispedito al mittente la proposta, crogiolandosi nella possibilità che la maggioranza fosse autosufficiente. Chi lo ha fatto, oggi si prenda la responsabilità di portare la maggioranza all'autosufficienza non solo alla Camera ma anche al Senato».

Il leader Udc, che ha ricordato l'aut aut di D'Alema pronunciato alla vigilia della crisi di governo e poi il via libera dei leader della sinistra all'ipotesi di maggioranze variabili, ha concluso: «Noi non mutiamo il nostro atteggiamento, non lo farà l'opposizione, certi che gli alchimisti pronti a cambiare tesi da un giorno all'altro abbiamo lo scrupolo di occuparsi dei loro impegni istutuzionali, che per il ministro Amato sono particolarmente gravosi, senza portare elementi di confusione nel dibattito».

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