Il caso L’America congela i dollari iraniani: bloccati conti da oltre due miliardi

Oltre due miliardi di dollari congelati dai giudici americani. Dollari versati su due conti correnti iraniani, depositati presso Citibank. Sarebbe stata una Corte distrettuale di New York, in base a elementi probatori forniti dal dipartimento del Tesoro, ad ordinare alla Citibank di bloccare i fondi nel giugno del 2008 (ma la notizia è stata rivelata solo ieri dal «Wall street journal»). Le imprese statunitensi infatti non possono intrattenere affari con Teheran. Intanto l’Iran ha annunciato di essere pronto a consegnare 400 chili del suo uranio arricchito al 3,5% per avere in cambio una parte dell’uranio arricchito al 20% necessario per alimentare un suo reattore per la medicina nucleare. Così ha annunciato ieri il ministro degli Esteri Manuchehr Mottaki. Lo scambio dovrebbe avvenire nell’isola iraniana di Kish, nel Golfo, un’area di libero scambio.
Mottaki ha aggiunto che eventuali sanzioni internazionali non avrebbero «alcun effetto» e che Teheran deve costruire «almeno 15 centrali nucleari» per produrre energia. Secondo Mottaki lo scambio di uranio potrebbe avvenire «subito» se i Paesi del gruppo 5+1 accettassero la proposta.

Le autorità tedesche intanto hanno avviato un’indagine su esportazioni di alta tecnologia da parte del gruppo Siemens in Iran. Il sospetto, spiega «Der Spiegel», è che le apparecchiature - che comunque non hanno mai raggiunto l’Iran - potessero servire per il lancio di missili e nell’ambito del programma nucleare di Teheran.

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