RomaNo, non porteranno tutto loro alla patria. O comunque ne porteranno meno del previsto. I magistrati civili, penali, amministrativi, tributari e gli avvocati dello Stato potranno in qualche modo essere «salvati» dalla scure della manovra 2011-2012 del ministro Tremonti.
Il congelamento degli stipendi e i prelievi «extra» sui redditi annui che oltrepassano 90mila e 130mila euro oltreché il taglio del 10% degli emolumenti per i componenti degli organi di autogoverno della magistratura avrebbero potuto comportare un risparmio per le casse dello Stato. Se la manovra fosse stata licenziata così come concepita a Via XX Settembre dal ministro dellEconomia, Giulio Tremonti, le cose sarebbero andate diversamente. I provvedimenti rimessi in discussione valgono nel complesso qualche centinaio di milioni di euro, ma hanno un valore fortemente simbolico nei confronti di unopinione pubblica che si vede più indifesa rispetto alla «casta».
Ma lAssociazione nazionale dei magistrati, minacciando lo sciopero, ha detto «stop» e ha trovato una sponda inusitata nel sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Ecco perché nel testo della manovra è comparso, più o meno «miracolosamente», un comma particolare. «Nei confronti del personale di magistratura e dellAvvocatura dello Stato, per il triennio 2013, 2014 e 2015 si applica ladeguamento computato sulla base del triennio 2007, 2008, 2009».
In pratica, terminato il blocco del biennio 2011-2012, i giudici e i pm riceveranno gli aumenti contrattualmente previsti. Una misura che attenua il taglio del 10% degli stipendi. Analogamente, le toghe che nei prossimi due anni andranno in pensione usufruiranno di un trattamento commisurato allaumento biennale maturato giacché lo scatto di anzianità formerà oggetto di contribuzione.
Il Comitato direttivo centrale dellAnm ha così confermato lo «stato di agitazione» ma non ha proclamato il temuto sciopero. In attesa dellincontro di domani proprio con Gianni Letta. Il sottosegretario sta cercando la mediazione. Da un lato gioca la preoccupazione del governo di andare allo scontro duro con la categoria delle toghe, ricompattandola in difesa dello stipendio, proprio mentre sono aperti fronti delicati come la legge sulle intercettazioni.
Dallaltra parte, non si è insensibili allallarme lanciato dallala dellordine giudiziario più morbida col governo, quella che fa capo a Magistratura Indipendente (Mi), che non vuole subire tagli in campagna elettorale. A luglio, infatti, si vota per il rinnovo del Csm e la corrente di centrodestra sarebbe penalizzata se provasse a far ingoiare alla propria base un simile smacco. Non a caso ieri Alessandro Pepe, esponente di Mi nel direttivo centrale dellAnm, ha stigmatizzato la morbidezza del sindacato dei magistrati dichiarandosi a favore dello sciopero immediato. Tatticismo che non ha lasciato insensibile Letta.
Il superministro ha perciò dovuto fare buon viso a cattivo gioco anche su due altri fronti che gli stavano particolarmente a cuore come la riduzione del rimborso ai partiti per le spese elettorali. Il taglio dalliniziale 50% è sceso successivamente al 20%, per poi assestarsi su un meno incisivo 10% (circa 20 milioni a partire dalla prossima legislatura per politiche, europee e regionali). In questo caso Tremonti, secondo quanto si apprende, sarebbe stato coinvolto a malincuore nella mediazione al ribasso.
Toni «democristiani» per abbassare i toni dello scontro in un momento cruciale per il governo e per la maggioranza. Il problema è che tra le categorie «salvate» oltre a giudici e partiti ci sono anche le Province. Enti che costano ma la cui utilità non è di facilissima comprensione. Anche la soppressione di dieci di questi enti è passata in cavalleria, se ne discuterà nel codice delle Autonomie. Anche in questo caso i risparmi non sarebbero stati enormi perché il personale sarebbe comunque passato in dotazione alle Regioni. Però tra blocco del turnover e stipendi degli statali congelati l«ammortamento» sarebbe stato sicuro. Ora non più.
I 13 miliardi complessivi di tagli a Regioni e Comuni si tradurranno pressoché necessariamente in un aumento delle addizionali. Misure come listituzione dei pedaggi sulla rete Anas i cittadini le sentiranno nelle proprie tasche. A differenza di alcune «caste».
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