Cattolica, Reggia e la chiave Novara

Cattolica avvia il «cantiere» Bpvn. La Popolare di Carlo Fratta Pasini è in pressing da tempo per arrivare a un’aggregazione, ma oggi sarà Cattolica a iniziare il giro d’orizzonte. Una prima verifica «ufficiale» che, dopo gli accenni emersi a metà aprile, occuperà il comitato esecutivo e il cda della compagnia insieme all’approvazione dei risultati a fine marzo. Al momento manca un progetto dettagliato ma la condizione posta da Cattolica per sposare Verona-Novara è preservare il ricco scrigno di partecipazioni bancarie su cui l’ad Ezio Paolo Reggia ha finora basato lo sviluppo della compagnia: negli ultimi tre anni Cattolica ha visto salire la propria quota di mercato dal 4,2% al 4,9% (5% il Vita, 4,2% il Danni). La strada è tortuosa ma qualche idea per superare l’ostacolo c’è, magari senza arrivare a una fusione diretta e coinvolgendo l’alleata spagnola Mapfre. A parte la prospettiva di creare un polo finanziario veronese che infiamma la Popolare, unirsi a Bpvn rappresenta infatti per Cattolica la via maestra per allargare la propria base distributiva strappando Popolare Novara dall’area di influenza di Fondiaria-Sai.

Una ricca «dote» per i piani di Reggia cui spetta però l’onere di convincere gli altri alleati bancari. A partire da Banca Lombarda, da subito apparsa gelida all’ipotesi Cattolica-Bpvn e legata alla compagnia dallo stesso ruolo di Giuseppe Camadini.

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