Il Cav frena sul nucleare: "Seguiremo l'Europa" Prestigiacomo: "Fermiamoci, elezioni a rischio"

In Italia infiamma la polemica sulla costruzione delle centrali nucleare. Romani frena: "Il governo si fermi un attimo e capire cosa sia meglio. E la Prestigiacomo: "E' finita, non possiamo rischiare le elezioni per il nucleare". Veronesi si allinea. La Hack agli ecologisti: "Avanti" (ascolta)

Il Cav frena sul nucleare: "Seguiremo l'Europa" 
Prestigiacomo: "Fermiamoci, elezioni a rischio"

Roma - "Quello che è successo in Giappone, un momento di riflessione lo deve dare". Tornando a parlare della scelta nucleare come fonte energetica per l'Italia, il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha invitato il "sistema Paese, il governo, i tecnici a fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare".

Il premier detta la linea Romani è tornato a parlare della necessità di una riflessione sul nucleare per riflettere sulla sicurezza degli impianti. Ma del tema si è parlato anche ieri sera all’ufficio di presidenza del Pdl a palazzo Grazioli. Silvio Berlusconi ha dettato la linea della prudenza, soprattutto perché si tratta - ha ragionato secondo quanto viene riferito - di un argomento "sensibile" in questo momento per l’opinione pubblica, dopo quello che è successo in Giappone. Perciò - questo l’invito del Cavaliere ai dirigenti di via dell’Umiltà - cerchiamo di non alimentare polemiche, anche perché l’argomento potrebbe essere usato in modo strumentale in campagna elettorale alle amministrative. Berlusconi ha sottolineato la necessità di allinearsi a quanto verrà deciso in sede europea. Decide l’Europa, ha ribadito più volte il premier.

E la Prestigiacomo guarda al voto "E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare". Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, si ferma a colloquio con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ed indica la strategia per l’uscita dell’Italia dal nucleare. Il responsabile del dicastero di via XX Settembre ascolta la collega con interesse. "Bisogna uscirne - aggiunge Prestigiacomo - ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente. Si decide tutto tra un mese". Alla conversazione si unisce anche il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, che si ferma a colloquio con i due colleghi. L’incontro si svolge nei corridoi di Montecitorio apparentemente lontano da orecchie indiscrete e dura circa dieci minuti.

Romani frena sul nucleare Mentre la paura per il futuro della centrale di Fukushima sconvolge tutto il Gappone, in Italia la politica si interroga. Per primo il ministro Romani ha invitato tutte le istiutuzioni a fare un passo indietro e dialogare per capire come muoversi. Il titolare dello Sviluppo economico si augura infatti per tutti che i giapponesi con l’aiuto degli altri stati sappiano risolvere il problema anche se, in base a quanto riferito in Europa il problema sembra essere di non facile soluzione. "Tutti devono fermarsi un attimo, capire quello che sta accadendo e cosa è meglio fare", avverte Romani aggiungendo che è importante anche "aspettare gli stress test" che devono dare elementi sulla sicurezza delle centrali, tenendo presente che la questione nucleare fa parte di un discorso più generale sulla politica energetica che non può essere portato avanti solo a livello nazionale essendo una questione europea. Romani sottolinea, comunque, che quanto accaduto in Giappone "ha un'eccezionalità probabilmente irripetibile ma deve comunque portare un momento di riflessione". Il ministro mette, infatti, in rilievo come "non si possono fare scelte che non siano condivise da tutti, scelte non condivise da chi vede istallata nel proprio territorio una centrale".

E Veronesi si accoda "Noi abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte libere da vincoli e siamo quindi nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza, e senza fretta": lo afferma Umberto Veronesi, presidente dell’agenzia per la sicurezza nucleare, commentando le "gravi vicende dei quattro reattori giapponesi".

Quanto accaduto, spiega l’oncologo "impone inevitabilmente a chi, come me, ha deciso di occuparsi di sicurezza degli impianti nucleari e di salvaguardia della popolazione, di mettere da parte lo sgomento e prendersi una pausa di riflessione profonda".

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