Roma - Tanto è fuori di sé Silvio Berlusconi che, suo malgrado, Ignazio La Russa segue quello che tutto è fuorché un consiglio: alzare il telefono e chiedere personalmente scusa a Gianfranco Fini per quello che i testimoni diretti raccontano come un «vaffa» al presidente della Camera (con tanto di accomodante gesto accompagnatorio). Un episodio che fa andare su tutte le furie prima Angelino Alfano, poi mezzo Pdl e infine il Cavaliere. Al punto che oggi è in programma un vertice a Palazzo Grazioli nel quale tra le opzioni sul tavolo non è affatto esclusa quella di chiedere al ministro della Difesa di fare un passo indietro.
Già, perché nonostante le note tensioni tra gli ex colonnelli di An e Fini sono in molti a pensare che La Russa abbia superato il segno. Prima insultando la terza carica dello Stato mentre presiedeva la seduta e poi andando a polemizzare con i manifestanti davanti Montecitorio. Tanto che in privato pure Berlusconi non ci gira intorno: «Ha perso la testa...». E quello che a sera chiosa «le prodezze» del ministro della Difesa è un Cavaliere davvero nero. Per la figuraccia, certo, ma anche perché «i colpi di testa di uno» rischiano di «fare andare all’aria il lavoro di mesi. Alla Camera, infatti, è in discussione il processo breve e Alfano aveva studiato a lungo insieme ai capigruppo Fabrizio Cicchitto e Massimo Corsaro l’iter migliore e la strategia più accorta per evitare incidenti. Tanto ci teneva il ministro della Giustizia che si è perfino valutata l’ipotesi di tenere il Consiglio dei ministri nella sala del governo di Montecitorio anziché a Palazzo Chigi per scongiurare il rischio di andare sotto nelle votazioni. A tappe forzate, dunque. Con in calendario una seduta notturna ieri e il via libera atteso per domani mattina. Invece niente. «Per colpa di La Russa», è la sintesi - davvero di molto edulcorata - di come la pensa non solo Alfano ma anche Berlusconi.
Già, perché la prima conseguenza del «vaffa» è che Fini decide - a ragione - di sospendere la seduta. Niente notturna, dunque. E la mattinata di oggi (come minimo) se ne andrà a discutere proprio del caso La Russa. A questo punto, insomma, il processo breve rischia di slittare alla prossima settimana. E forse, questo è il timore che rimbalza tra Palazzo Chigi e via Arenula, anche di arenarsi. Ecco perché nel Pdl c’è chi vuole che La Russa «paghi le conseguenze della sua sconsideratezza». Con Claudio Scajola che ha già iniziato una raccolta di firme per chiederne le dimissioni. Oggi, intanto, toccherà alla prova tv stabilire cosa davvero il ministro della Difesa abbia detto a Fini. Alla Camera, infatti, si riuniranno i questori e si diletteranno a suon di moviole. Poi sarà l’ufficio di presidenza di Montecitorio a decidere eventuali sanzioni nei confronti del «deputato» La Russa. Proprio mentre la questione sarà oggetto di discussione nel vertice di Palazzo Grazioli.
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