da Milano
Il Consiglio di Stato ha ufficializzato ieri il veto a Cdp di mantenere la quota Enel, mentre in Parlamento si è aperto il dibattito alla ricerca di soluzioni, ma soprattutto di un ruolo per Cdp stessa: «È una situazione complessa» ha commentato il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, ma sono già numerose le voci di chi vuole che la Cassa diventi la cassaforte delle reti strategiche del Paese.
Il Consiglio di Stato ha infatti reso noto ieri, in via ufficiale, la decisione che obbliga la Cassa depositi e prestiti di fatto a cedere la quota del 10,3% che detiene in Enel, se vuole mantenere il pacchetto del 29,9% di Terna. Tutto ciò allo scopo di evitare il conflitto di interessi. Cdp ha preso «atto della decisione»: «Il consiglio di amministrazione in una delle prossime sedute - informa una nota - valuterà le decisioni da assumere a seguito della sentenza».
«È una notizia che ci mette davanti a una situazione piuttosto complessa. Non cè da negarlo» ha commentato Bersani. «Questo affastellamento di funzioni attorno alla Cassa depositi e prestiti - ha aggiunto - ha fatto confusione in questi anni solo per lesigenza di alleggerimento di bilanci» e «ha portato a una situazione che ora va districata». «Già ci stiamo pensando - ha continuato il ministro - stiamo vedendo di mettere allo studio soluzioni».
Lidea di rilanciare la super holding delle reti nella pancia della Cdp dopo la sentenza è bipartisan. «Se in una strategia precisa la Cdp diventasse la cassaforte delle reti strategiche del Paese» con Terna ed eventualmente Snam Rete Gas, «sarebbe una decisione che condividerei» ha detto lex membro del cda di Cdp ed esponente dellUdc, Gian Luca Galletti. Secondo il responsabile economico della Margherita, Gianfranco Morgando, «la sentenza era attesa. Si tratta ora di trasformare la vicenda in una occasione per riprendere la riflessione sulle privatizzazioni e sulle reti».
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