Una decina di anni fa tre docenti alla Facoltà teologica del Triveneto di Padova hanno condotto un'inchiesta tra 450 sacerdoti della diocesi di sant'Antonio per verificare difficoltà e addirittura sindromi da «burn out» (svuotamento di energie) che possono colpire coloro che si dedicano, per lavoro o per vocazione, ad assistere gli altri. Tre sono stati i principali rischi individuati: l'esaurimento emotivo, la spersonalizzazione e l'efficienza personale. In circa un terzo dei religiosi che hanno risposto al questionario della ricerca sono emersi alti livelli di esaurimento e di spersonalizzazione e bassa efficienza personale. Tra le cause indicate dai preti, si va da un'eccessiva dipendenza dalle attese degli altri al senso di colpa e alla paura del giudizio per concedersi del riposo. Qualcuno chiamava in causa la «qualità» e la «mancanza» della vita spirituale. Altri fanno riferimento al lavoro pastorale, troppo carico di impegni e di indicazioni diocesane da rispettare, oppure tale da esporre con frequenza a situazioni di disagio.
Un'altra motivazione riguarda la vita stessa del prete caratterizzata dal celibato, dalla solitudine affettiva e dall'implosione dei sentimenti. Padova è la città di don Andrea Contin, il prete delle amanti e delle orge.
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