In cella la presidente dei piccoli industriali: chiedeva aiuto ai clan

Nessun intrigo, nessuno caso internazionale nè tantomeno guerre di spie a far da corollario. Tutto più semplice, eppure ai limiti dell’incredibile. Non lo trovavano più solo perché aveva perso la memoria.
Protagonista un noto matematico francese sessantenne affetto dal morbo di Alzheimer. Dal 2007 famiglia, amici e colleghi di lavoro ne avevano perso le tracce. Sparito, volatilizzato da un momento all’altro. Era uscito di casa, come ogni giorno, con la sua ventiquattr’ore ma non era più tornato. Si sapeva del «problemino» mnemonico dello scienziato ma da lì a perderne ogni traccia per tre anni ne correva, roba da autorizzare ogni più triste presagio.
E invece no. L’uomo ha girovagato senza meta (o meglio: lasciandosi trasportare da istinto e forse ancestrali desideri d’avventura) per mezza Europa. Fino a quando è approdato in Italia.
Poliglotta (parla fluentemente quattro lingue) e in grado di elaborare complesse formule matematiche, non ha avuto grossi problemmi a sopravvivere. Anche senza bancomat e carte di credito.
Adesso lo hanno trovato. Quasi una quadratura del cerchio elaborata dalla nostra polizia che, indovinate un po’?, ha trovato il «missing» in un ospedale di Pescara. Era ricoverato nel reparto di psichiatria.
In qualche modo la sua presenza sul nostro Bel Paese era stata segnalata grazie a diverse trasmissioni che si occupano di persone scomparse. Qualcuno aveva notato qua e là il volto smarrito e trascurato del luminare d’Oltralpe. Ma nulla di più, nessun indizio che provasse fosse veramente lui. E soprattutto nessuna traccia per indindividuarlo. Fino ad ora, quando la collaborazione tra gli uffici delle Questure di Roma e di Pescara che si occupano di persone sparite, ha consentito ai poliziotti della divisione anticrimine della Capitale di mettere in collegamento le informazioni acquisite dall’ambasciata francese e la descrizione dell’uomo. Corrispondeva tutto, dall’altezza, alla corporatura al taglio degli occhi. Era lui il paziente ricoverato nel reparto psichiatrico di un’ospedale di Pescara.


Dopo i dovuti riscontri ed accertamenti approfonditi gli agenti della polizia di Roma hanno verificato l’identità dell’uomo dandone comunicazione alle autorità francesi e ai suoi familiari. Che a distanza di tre anni, hanno finalmente hanno potuto riabbracciare il loro congiunto. E riportarselo a casa.

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