Centri sociali e luoghi di culto la Regione mette i paletti

Scontro col sindaco diessino Faglia che vuole applicare il suo piano territoriale. Formigoni : «Queste norme valgono per tutti»

Marcello Chirico

Dopo le nuove regole per i sottotetti, arrivano quelle per l’apertura di nuovi luoghi di culto (in prevalenza moschee) e centri sociali. Si riducono inoltre per i Piani Regolatori i tempi che intercorrono dall’approvazione alla messa in atto, passando da 5 a 3 gli anni di salvaguardia urbanistica.
Sono queste le principali novità al «Testo unico» regionale dell’urbanistica approvate definitivamente ieri dal parlamentino lombardo, dopo un mese e mezzo di baruffe col centrosinistra, assolutamente contrario all’adozione di queste modifiche, ritenute «politiche» e «ad personam». Pur di bloccarle l’Unione ha alzato un muro di oltre 860 emendamenti, abbattuto però dalla compattezza della maggioranza. Che ieri, con 42 voti a favore e 29 contrari, ha dato il via libera alla seconda tranche di nuove regole. E adesso l’assessore al territorio Davide Boni ne ha già pronta una terza che riguarda campi nomadi (saranno solo «di transito» ed estesi almeno diecimila metri quadrati, altrimenti non potranno più essere aperti su suoli comunali) e centri commerciali (si potranno aprire soltanto nei comuni superiori ai cinquemila abitanti, che sono il 40% dei complessivi 1.456).
«È stato fatto tanto rumore per nulla - il soddisfatto commento dell’assessore Boni -, tutto è andato come doveva andare. Mi spiace per il sindaco di Monza Faglia, perché adesso dovrà rispettare pure lui le nuove normative». Il riferimento è all’area della Cascinazza, oggetto di una crociata condotta proprio dalla giunta brianzola (con l’appoggio dell’Unione) per ostacolarne in tutti i modi l’edificazione da parte di una società di Paolo Berlusconi (la Istedin), che - va ricordato - circa 40 anni fa acquistò quei terreni già edificabili per oltre un milione e 600 mila metri cubi, cedendo quasi 300mila metri quadrati al Comune e pagando interamente gli oneri di urbanizzazione. In cambio, il Comune azzerò le volumetrie dando il via ai contenziosi. Con la nuova normativa regionale, decadono i vincoli e si potrà tornare a costruire pure sulla Cascinazza.
Ma a Monza, dove la campagna elettorale è praticamente già iniziata con anno d’anticipo, l’amministrazione civica si dice «determinata a proseguire una forte azione di contrasto», a partire dall’approvazione del nuovo Piano Territoriale, «che - ha minacciato il primo cittadino - farò partire quanto prima,rispondendo così alla sfida della Regione». «Noi facciamo leggi per tutti i comuni della Lombardia - la replica diretta del governatore Roberto Formigoni -, Monza ha avuto 4 anni di tempo per fare un nuovo PRG ma non c’è riuscito, la Regione invece ha legiferato. Non so proprio di cosa si lamenti Faglia. Vuole attuare un suo Piano? Lo faccia, sempre se la sua maggioranza glielo approverà».
Tra le altre novità della legge, la possibilità per i consigli comunali di poter esprimere il proprio parere sui piani attuativi (vale a dire: gli strumenti di pianificazione individuati dai piani regolatori), così come l’approvazione di progetti in essere sarà svincolata da quella dei Piani Territoriali. Infine, le modifiche riguardanti l’apertura di nuovi luoghi di culto e centri sociali, entrambi vincolati ora ad autorizzazioni civiche.

«Per quanto riguarda le moschee - ha precisato Boni - non si tratta di una guerra all’Islam: abbiamo solo fissato regole certe per tutti, senza discriminazioni. Certo non sarà più possibile prendere un garage e trasformarlo in luogo di culto com’è successo in viale Jenner».

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