Il postino suona sempre due volte. Anche se vai da lui

I paradossi dell'informatizzazione

Guardo i tecno postini di oggi, quelli che sfrecciano, quelli con il cascone e lo scooterone. Li guardo e rimpiango ogni santo giorno i loro colleghi di una volta con il cappellino da ferroviere e la bici nera e i freni a bacchetta. Poi però penso che non importa. In fondo è il tempo che passa. Ci si innova. E mi dico: pensa alla tua patente, per esempio. Con i freni a bacchetta te la saresti sognata; invece ti verrà recapitata per posta e dopo solo una manciata di giorni dal rinnovo. Ma che ti lamenti, nostalgico che non sei altro?

Sono fiero del mio Paese. Quando all'Aci mi hanno detto tre giorni e l'avrà, quasi non ci credevo. E invece tutto vero: eccola la patente a casa. Eccola, anzi no. Eccolo. È solo il tagliandino di mancato recapito. Però stavolta è colpa mia. Perché anziché restare a piantonare la cassetta delle lettere in attesa del tecno postino mi sono permesso di andare a lavorare. Tutto il giorno, per di più. Roba da matti. Un folle sono stato. Me la sono cercata. Per questo ho deciso che domani mattina intraprenderò la mia personale via crucis: monterò in sella alla vecchia bicicletta nera con i freni a bacchetta che non ho rubato a un postino ma a mio padre e via, salirò pedalando verso l'ufficio postale di Somma Lombardo, comune del varesotto un po' svizzero e un po' confuso di questi tempi.

Dunque, eccomi qua. A prendere il mio bravo tecno tagliandino sputato dall'aggeggio che smista le file. Guarda che Italia efficiente anche in questo. Renzi dice di voler sistemare e aggiustare e innovare, ma cosa aggiusta che stiamo a meraviglia? Siamo avanti anni luce. Sono fiero di noi. E poi fra poco avrò in mano la mia patente nuova formato bancomat. Come nell'Europa che conta. Mica quel sudario rosa e sgualcito di un tempo. Dunque, eccomi signora. Ecco il tagliando di mancato recapito. «Signore... ma non posso darle la patente...». Come non può? Non ce l'ha? «Sì, ce l'ho. È dietro lo scaffale, però...» Però allunghi la mano, la prenda, sia gentile. «Non posso signore. Deve telefonare al centro automatizzato e prenotare un'altra consegna a domicilio».

Ma no, ma grazie, ma come siete gentili, lo dica alle Poste, troppo gentili, non c'è bisogno vi scomodiate, sono qui, me la dia, forza, dai, su... «Non posso proprio, mi creda. Potrà venirla a ritirare solo dopo la seconda mancata consegna».

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