Charter, ora lEnac vuole controlli più severi
9 Agosto 2005 - 00:00Il presidente Vito Riggio: «Gli altri Paesi devono adeguare gli standard a quelli in vigore in Europa»
Emanuela Ronzitti
da Roma
Se per «prevenzione» si intende «ogni azione diretta a evitare il verificarsi di eventi non desiderati o dannosi», non vi è dubbio che il contributo più significativo spetti in primis alle autorità aeronautiche, ai costruttori e non ultimi, agli operatori di aeromobili. Non basta «far allacciare le cinture di sicurezza» per garantire un volo comodo e senza rischio alcuno.
Ci vuole molto di più, ci vuole un maggior impegno e un rafforzamento degli standard, soprattutto «di quelli mondiali che vanno equiparati ai livelli europei», come sottolinea ancora una volta il presidente dellEnac (Ente nazionale per laviazione civile) Vito Riggio. A tre giorni dalla tragedia consumatasi al largo delle coste siciliane, la parola dordine che fa eco tra i rappresentanti delle organizzazioni mondiali dellaviazione civile non muta. La «sicurezza» sarà il tormentone del meeting dellEcac (European civil aviation conference) in calendario il prossimo 24 agosto in Romania. Lorganizzazione, composta da 42 paesi, ha come obiettivo quello di promuovere e coordinare lo sviluppo continuato di un sistema europeo sicuro, efficiente e sostenibile di trasporto aereo. Una mission divenuta essenziale dopo gli eventi terroristici dell11 settembre che costrinsero a una stretta di vite in materia di sicurezza aeromobile.
Dopo la richiesta del Consiglio dEuropa, lorganizzazione intergovernativa Ecac è entrata in stretto rapporto con lalter ego internazionale, lIcao (International civil aviation association), «un organo indipendente - precisa il presidente Riggio - che raggruppa 188 membri e che fissa regole e verifica che i singoli Stati vi si uniformino». Queste però «non sono coercitive» al pari di quelle adottate dellEcac, la cui attività al momento è solo di natura consultiva. Tuttavia il potere di controllo dellIcao è autorevole. Nei casi più gravi «può fare rapporto e prendere decisioni anche per un solo paese o una sola compagnia» con verifiche ispettive ogni due anni. Ma a effettuare le verifiche sono i singoli Paesi, in sostanza sono dei controlli indiretti. Ora però lalunno ha superato il maestro, e lEcac è andata oltre i parametri fissati dallIcao, introducendo una normativa specifica, la Jaa (Joint aviation authority), che sulle manutenzioni e sullefficienza organizzativa è molto più rigorosa degli standard Icao. Tanti controlli che tuttavia non sembrano essere sufficienti anche per lAgenzia nazionale per la sicurezza del volo, che nel rapporto consegnato da poco in Parlamento parla di un «trend preoccupante» per la crescita dei guasti, circa 408 nel 2004, e degli incidenti, 74 in tre anni. Cifre in impennata soprattutto in estate. «Il punto vero - a detta di Riggio - sta però nella certezza che Icao faccia uniformare tutti gli Stati dappartenenza ai livelli di sicurezza più alti».
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