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Che bello andare al cinema con il cane

A Ovada ammessi in sala gli animali domestici. L’idea di due sorelle che gestiscono il teatro comunale: "Perché lasciarli fuori se sono educati?"

Che bello andare al cinema con il cane

Stavo guidando e ascoltavo distrattamente la radio. «Penso proprio che andrò al cinema con il mio bimbo e il cane». Il cane? Alzo il volume, perché anche l’intervistatore si fa la mia stessa domanda. «Scusi ha detto…il cane? Al cinema?». «Ma certo, ah già… forse lei non sa che a Ovada c’è l’unico cinema in Italia che accetta cani, il cinema Comunale».

Appena rientro chiamo il municipio di Ovada, cittadina piemontese di 12.000 abitanti e la gentile centralinista mi mette in comunicazione con l’assessore alla cultura Olivieri al quale chiedo lumi sulla veridicità di quanto affermato nella trasmissione, non prima di essermi sincerato se si tratti per caso di un cinema all’aperto. «No», mi risponde sorridendo l’assessore, «si tratta di un cinema teatro chiuso e la storia è molto semplice. La struttura è da molto tempo in gestione alle sorelle Dardani che, essendo grandi amanti degli animali, hanno chiesto alla giunta se potevano fare entrare alcuni cani assieme ai proprietari che non avevano cuore di lasciarli a casa tutta sera. Come giunta, conoscendo bene l’affidabilità dei gestori, abbiamo appoggiato l’iniziativa e, tutti i controlli eseguiti dall’USL hanno sempre dato esito soddisfacente, dal punto di vista igienico».

Faccio i complimenti ai governatori (lista civica) di Ovada e a tutta la giunta e chiamo la signora Dardani Paola, una delle sorelle che hanno in gestione il cinema teatro da parte del comune.
La signora Paola si mostra quasi più stupita di me, nel senso che subito non riesce bene a capire cosa ci sia di strano. «Lei lo trova curioso?» «Ehm, per la verità, signora, conosco ristoranti, hotel agriturismi, campeggi, spiagge che accettano cani, conosco addirittura un supermarket che fa entrare una mia amica con il gatto al guinzaglio, ma il cinema che stacca il biglietto per il cane lo dovevo ancora sentire».

La signora si affretta a correggermi, quasi offesa, sul fatto del biglietto. «I cani non pagano ovviamente» e mi racconta la storia del cinema comunale di Ovada, dei cani che entrano e della gatta Gina, la cui tomba con relativa lapide, sorge appena a lato dell’uscita. La faccenda si fa ancora più interessante e lascio a Paola la parola.
«Vede, è una cosa di famiglia. Mio padre già nel 1946 faceva l’esercente cinematografico e siamo sempre stati tutti grandi amanti degli animali. Qui in paese tutti sanno che possono entrare con il cane, anche se ci sono dei precisi limiti, dettati dal buonsenso, che io stessa applico.

Il cane deve essere pulito, tenuto bene, non deve disturbare ed essere litigioso. Ovviamente cerco di assegnare ai padroni un posto non troppo vicino. In questo modo, sono sessant’anni ormai che i cani entrano al cinema comunale. I padroni conoscono queste poche regole, le rispettano e i cani entrano. D’altronde se uno non amasse il suo cane e non lo tenesse come si deve secondo lei lo porterebbe al cinema o lo terrebbe legato a una catena?». Il ragionamento non fa una grinza e rischia di convincermi.
«Ma quella storia della gatta Gina?».

«Ah, Gina, coi suoi occhi azzurri come la Lollo! Un giorno si è materializzata nel cortile tra noi, la bocciofila e il bar. Abbiamo fatto una riunione per decidere cosa fare di questa micia che non ne voleva sapere di muoversi. Tutti le volevano bene. Fatto un accurato check up dal veterinario, abbiamo deciso che poteva dormire dentro al cinema dove aveva la sua casetta di vimini, il suo tappetino e la sua cassettina igienica dietro un angolo.

Ogni tanto si alzava, durante la proiezione e passeggiava sul palco guardando il film o si tuffava sulle ginocchia di un bambino. Purtroppo l’anno scorso è andata sotto una macchina. Appena a lato del cinema c’è la sua piccola tomba».
Da Ovada, terza stella a destra, galassia NGC 4414, costellazione della Chioma di Berenice.

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