P iù della festa solenne a Milano, che ha riempito il Forum di Assago e che lavrebbe riempito per tre giorni consecutivi, se solo fossero bastati i biglietti per tutti coloro che volevano esserci. Più della beatificazione a mezzo stampa che, anche giustamente, ha raccontato i trentanni di Radio Deejay, vero fenomeno delletere italiano. E anche più del vero successo dellemittente fondata da Claudio Cecchetto e guidata oggi da Linus (con tanto di guerra e pace trentennale), che è la capacità di essere cresciuta insieme ai suoi ascoltatori. Però, la cosa più bella dei festeggiamenti di via Massena è stato vedere tornare dietro i microfoni i personaggi storici e, in qualche caso, è sembrato che non se ne fossero mai andati. A partire proprio dallo stesso Cecchetto, il cui ritorno è stato una specie di conferenza di Yalta applicata alla radiofonia italiana: come sempre è stato eccessivo, frenetico, con la genialità di capire immediatamente se una cosa avrebbe funzionato oppure no, e la tendenza irrinunciabile a non nascondere nulla di quella genialità. Anzi, di rivendicarla: tanto, troppo. Ma il meglio è stato ascoltare Fiorello e Marco Baldini con i loro personaggi di un tempo, il circo calabrese, le canzoni imperdibili Puoi, Sì o no e San Martino, rifatte dal vivo. E, soprattutto padroni degli studi di Radio Deejay come se non se ne fossero mai distaccati, come se fossero stati lì fino al giorno prima.
Addirittura, ad un tratto, nel corso della puntata di Deejay chiama Italia con Fiore e Baldini, i padroni di casa sembravano loro. E gli ospiti, in punta di piedi, Linus e Nicola Savino. Perfetta metafora di come dovrebbe essere un padrone di casa quando entra un ospite di riguardo. Soprattutto se lospite quella casa ha contribuito a costruirla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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