Che noia quei giacobini che pretendono di processare le alcove

Devo darle ragione. La menzione di un marito, a maggior ragione se fosse più di uno, pone la signora Elena Loewenthal nella condizione effettiva di madamin non in ragione di una tenera età o di Leporello, ma perché il termine è sostitutivo di madama con cui la nuora si distingue dalla suocera. Per il monsù la madama resterà tale anche in caso di dipartita, perché a chi chiederà notizie risponderà: «Monsù Pautass son mi, madama Pautass a l’è morta». Dalle nostre parti. Quanto a saggezza in ragione dìetà siete, o giovanotti, entrambi esibizionisti; la Signora Elena Loewenthal un po’ più di lei e lo dimostra con i riferimenti alla «condotta sociale o socievole» che sarebbe meglio esaminare ciascuno per se stesso, voglio dire all’interno del proprio modo di vivere, invece che per quello degli altri, ma che una volta tanto si differenzia dalla solita, sinistra, solfa: il sesso. Nelle due versioni, degli anni settanta e, al contrario, l’attuale. Io, per la simpatica risposta, non per saggezza, assolvo la signora Elena Loewenthal, così come assolvo lei per non essersi spinto oltre alla frase «o forse non ho le conoscenze che ha lei». Cordiali saluti,
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Grazie per l’assoluzione collettiva, caro Pogliano. Non che voglia rubarle il mestiere, ma Elena Loewenthal l’avevo, nel mio piccolo e franco da riflessioni filologiche, già bella che prosciolta. E confesso che mi è simpatica perché il suo dire e fare è molto femminile e poco o punto femminista. E un vecchio maschilista come me - scusi l’esibizionismo - si scioglie come cera al fuoco davanti alla femminilità (restando un po’ freddo, se non proprio scocciato, petto al femminismo). Se non l’avesse virato all’antiberlusconismo di maniera, alla sua schietta, passionale e spensierata difesa dell’amor monogamo - che non vuol dire necessariamente eterno, anche se quella è l’aspirazione - ci avrei messo la firma. Poi, naturalmente, ciascuno ha le sue preferenze, ma - non ci stancheremo mai di ripeterlo - de gustibus, anche quelli relativi ai traffici fra le lenzuola, non est disputandum e meno che mai devono giudicarli, condannandoli senza nemmeno le attenuanti generiche, i pretori o gli agenti della buoncostume di Repubblica (e della Stampa, va da sé). Perché inutile girarci intorno, caro Pogliano, ma si è costituito un tribunale - vero, con tocchi e toghe - dell’inquisizione dei costumi sessuali. Il quale conformemente a un codice etico di ispirazione giacobina pretenderebbe di imporre regole, limiti, pali e paletti ai diletti d’alcova. Questo sì e questo no, quella roba sempre e quest’altra una tantum... E chi sgarra, chi non si attiene scrupolosamente alle direttive del Garante della Buona Condotta Sessuale, è punito con la perdita di alcuni diritti. Ad esempio, quello di governare. Ad esempio, quello di rappresentare il popolo che democraticamente lo ha eletto. Perché questo è il disegno, chiaro come il sole: far volare le mutande per eliminare dalla scena, senza passare per il Parlamento o per le urne o per il Quirinale, un presidente del Consiglio. Bé, è una manovra scandalosa, infinitamente più scandalosa, incivile e gaglioffa del più sfrenato bunga bunga.


Paolo Granzotto

Cari amici lettori, grazie alle vostre offerte, la cifra per acquistare il pulmino è stata raggiunta. E superata. Di molto. Di moltissimo. Mercoledì dovrei avere il rendiconto e vi racconterò tutto per filo e per segno. Grazie. Siete grandi.

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