Ieri quasi contemporaneamente monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei (Conferenza episcopale italiana) ha espresso il suo sostanziale appoggio alla costruzione di una grande moschea a Milano caldeggiata dal cardinale Dionigi Tettamanzi, mentre in Algeria le autorità della provincia di Bejaia hanno ordinato la chiusura definitiva di 7 luoghi di culto dei cristiani evangelici.
Non è affatto un caso, anzi sono due facce della stessa medaglia. Da noi i cristiani o comunque i figli anche degeneri della civiltà cristiana, accomunati dall’essere succubi del relativismo, buonismo e islamicamente corretto, sono come ossessionati dal voler elargire mega-moschee concependole come il coronamento del modello multiculturalista della società. Da loro i musulmani, siano essi terroristi, integralisti o pseudo laici come dovrebbero essere i governanti algerini, sono compatti nella persecuzione dei cristiani e nella soppressione delle chiese.
Così come non è affatto casuale che nel mese mariano mentre il cardinale Tettamanzi convergeva con Giuliano Pisapia, emblema della scristianizzazione, nel volere innalzata la cupola e il minareto sui cieli di Milano, gli autentici testimoni della fede in Cristo assurgevano al martirio massacrati dagli islamici in Nigeria (16 morti il 6 maggio) e in Egitto (15 morti e circa 250 feriti il 7 maggio), così come il livello della repressione dei cristiani li costringe ormai a vivere barricati a casa nel Pakistan e in Irak.
Questi sono fatti! Che orrore questo sodalizio tra gli alti prelati della Chiesa e i nemici della cristianità, siano essi laicisti o islamici. Come possono da cristiani Tettamanzi e Crociata sentirsi in pace con la propria coscienza quando Abdelhamid Shaari, presidente della moschea di viale Jenner, centrale del terrorismo islamico in Italia tanto è vero che il suo imam Abu Imad sta scontando una condanna definitiva di 3 anni e 8 mesi, dice: «Sono d'accordo al 100%, condividiamo in pieno ciò che dice la Cei sulla questione di una moschea a Milano»? Come può Tettamanzi, neppure tanto velatamente, intervenire pubblicamente per sostenere il candidato sindaco favorevole all’aborto, all’eutanasia, al matrimonio omosessuale, alla droga di Stato? Si rende conto che il messaggio che trasmette è che il cristianesimo è ormai una landa deserta senza la certezza delle nostre radici giudaico-cristiane, della fede in Cristo risorto, dei valori non negoziabili, dell’identità cristiana, destinato a soccombere di fronte all’arbitrio, all’arroganza e alla violenza degli islamici?
Tettamanzi e Pisapia sono figli dell’ideologia del relativismo che coltivano il sogno di una Milano multiculturalista, dove dovremmo azzerare tutto ciò che siamo e concepire che debba trionfare una nuova civiltà espressa dalla sommatoria quantitativa delle rivendicazioni di tutti coloro che man mano arrivano, piantano la loro tenda e dettano le loro condizioni. La Milano che deve ancora definire se stessa è stata così descritta proprio ieri da Tettamanzi: «Milano viene sollecitata fortemente ad essere medio-lanum, cioè terra di mezzo, crocevia di popoli che cercano nel Dio vivente l’unica vera risposta per la propria vita». Non sorprende che se Milano si presenta come una sorta di landa deserta finisce per essere percepita dagli islamici come terra di conquista.
Questi sono fatti! Milanesi svegliatevi! Riaffermiamo la certezza e l’orgoglio di chi siamo, delle nostre radici giudaico-cristiane e della nostra civiltà che è laica e liberale grazie al cristianesimo! Diciamo no alla mega-moschea che trasformerebbe Milano nella nuova Mecca del terrorismo islamico internazionale! Diciamo no al patto scellerato dei catto-comunisti che hanno svenduto l’anima e vorrebbero trasformarci in succubi dei fanatici di Allah! Riscattiamoci dal baratro del suicidio della nostra civiltà votando in massa la certezza e l’orgoglio di chi siamo, della nostra tradizione, di un futuro per i nostri figli e nipoti vissuto nella dignità e nella libertà!
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