Chiede idee per il piano anti-burocrazia A Brunetta solo stralci dal «Leviatano»

da Roma

Aveva chiesto osservazioni precise e sintetiche, emendamenti puntuali al suo piano per cambiare la burocrazia. E si è ritrovato dotte citazioni di Thomas Hobbes (il Leviatano, per la precisione). E dire che Renato Brunetta all’incontro di giovedì scorso con sindacati, associazioni datoriali e organizzazioni dei Consumatori, era stato chiaro: «Non fiori ma opere di bene». Cioè, state con i piedi per terra. Dopo una settimana il ministro della Pubblica amministrazione - osservavano ieri al dicastero - si è visto tornare indietro «soltanto dei fiori. E pure un po’ putridi». Espressione colorita per spiegare che la consultazione snella ed elettronica (le organizzazioni dovevano mandare via e-mail il tutto) si è trasformata in uno sfogatoio. Documenti che lo staff non sa proprio come utilizzare. Si va dagli allegati chilometrici in managerese puro (ad esempio quello dell’Abi, associazione delle banche) a rivendicazioni di categoria a documenti vaghi, che con il piano di Brunetta hanno pochissimo a che fare.
Certo, alcuni sono talmente d’accordo che non chiedono modifiche, come la Cida, sigla dei dirigenti pubblici. Ma già la Confedir lamenta i redditi troppo bassi per i vertici dell’amministrazione. E dire che Brunetta era stato chiaro: in questa fase di soldi non si parla. Insomma sembra che tutti si stiano preparando a un braccio di ferro, ognuno sui rispettivi temi di interesse, che il dicastero non intende nemmeno avviare. «Non è una trattativa», ripetono con insistenza a palazzo Vidoni.
È il caso della Gilda Unams, sigla della scuola, che dell’idea di amministrare il pubblico con gli stessi criteri del privato non ne vuole proprio sapere. In sostanza un pezzo di scuola si è già tagliato fuori dal confronto.
Qualche problema anche dalle imprese, questa volta per vaghezza. La maggior parte lamenta i costi della burocrazia: gli agricoltori della Cia contano per il settore due miliardi all’anno che se ne vanno in scartoffie. Confartigianato, Cna e Casartigiani calcola nel complesso 11,3 miliardi di oneri per le microimprese. Come dargli torto. Ma al ministero servivano emendamenti, lamentavano ieri alla Pubblica amministrazione. La Legacoop entra nel dettaglio. La centrale storicamente legata alla sinistra aderisce totalmente al progetto di Brunetta, ma segnala due problemi che l’angosciano: i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e la necessità di affidare all’esterno dei servizi (magari alle coop, verrebbe da pensare). Bei concetti. Ma il piano?
Molto vago il documento dell’Ugl, il sindacato vicino alla destra. Ma forse la confederazione guidata da Renata Polverini sta aspettando le posizioni di Cgil, Cisl e Uil, che non sono arrivate. Il round con le tre principali sigle sindacali è oggi. Brunetta incontrerà i sindacati. E loro elencheranno una serie di problemi.

La Cisl punterà sul separare le carriere dei dirigenti dalla politica (tema tutto sommato pertinente), mentre dalla Cgil dovrebbe arrivare la richiesta di spiegazioni sul blocco del turn over, che il combattivo Carlo Podda della Fp-Cgil, considera un’idea tremontiana. Se tireranno in ballo queste questioni, dal ministro non riceveranno risposta. Anche da loro Brunetta si aspetta osservazioni solo sul piano. Non una trattativa a 360 gradi.

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