Chirac voleva un’amica della figlia in un film

Alberto Toscano

da Parigi

Nella serie internazionale “I raccomandati” si inserisce un episodio ambientato nientemeno che all'Eliseo. A raccontarlo al settimanale statunitense Newsweek è il produttore Brian Grazer, che accusa il presidente della Repubblica Jacques Chirac d'aver messo in gioco il proprio peso istituzionale allo scopo di influenzare la scelta di un'attrice francese in vista della realizzazione di un film. Una storia davvero curiosa, che Newsweek ha subito riproposto ai propri lettori, rinfocolando le polemiche franco-americane e creando qualche imbarazzo al “castello”, come i parigini soprannominano l'Eliseo.
Tutto è cominciato l'anno scorso, col successo planetario (20 milioni di copie) del libro di Dan Brown “Il Codice Da Vinci”. Grazer s'è aggiudicato i diritti per la versione cinematografica di quell'opera e ha messo il progetto nelle mani del regista hollywoodiano Ron Howard. Detto fatto. Il copione è stato scritto in gran fretta, la macchina organizzativa s'è impegnata al massimo nell'impresa e - l'inverno scorso - si trattava di scegliere definitivamente gli attori per le parti più o meno importanti del futuro kolossal.
Produttore e regista si trovavano a Parigi, dov'è ambientata gran parte del libro e del film. Divina sorpresa, eccoli ricevere una telefonata dall'Eliseo: un collaboratore di Chirac li invita a un incontro col capo dello Stato. «Noi - dice Brian Grazer - abbiamo pensato si trattasse di una visita di cortesia di cinque minuti, stile “foto, stretta di mano e via” come accade alla Casa Bianca». Invece no. Chirac chiacchiera volentieri, intrattiene amabilmente i suoi ospiti e promette il proprio impegno personale per garantire al film condizioni di realizzazione vantaggiosissime.
Poi arriva però una richiesta che Grazer e Howard considerano incredibile: «Il presidente - dice Grazer - ci ha dato qualche suggerimento, proponendoci d'ingaggiare la migliore amica di sua figlia, ossia un'attrice di un certo successo in Francia». Nessuno sa di chi si tratti, ma per contro si sa che i ruoli principali del film sono andati all'americano Tom Hanks e alla francese Audrey Tautou, l'Amélie dell'omonimo film transalpino. Claude Chirac, figlia e consigliera in comunicazione del presidente della Repubblica francese, adora frequentare amici importanti d'ogni provenienza e d'ogni settore, ma finora nessuno aveva creduto di poterla cogliere con le mani nel sacco di una raccomandazione tanto smaccata.
La testimonianza raccolta da Newsweek contiene anche un piccolo giallo, circostanza che non stona nel contesto di un libro e di un film che più gialli non si può. Secondo le dichiarazioni raccolte dal settimanale americano, Chirac «si è chiesto ad alta voce, serio solo a metà, se l'attore Jean Reno, che interpreta il ruolo di un detective francese, avrebbe potuto essere meglio pagato».

Reno fa parte della cerchia d'amicizie di Claude Chirac, ma si tratta anche di un attore celebre e stimato negli Stati Uniti per cui è difficile immaginare che sia andato a lamentarsi all'Eliseo per ottenere più quattrini da una produzione hollywoodiana. «È stata una scena esilarante», commenta dal canto suo il regista Ron Howard. Poi afferma: «Per fortuna il contratto era già chiuso».

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