Ciancimino choc: con Ingroia faccio come voglio

Pubblicate su Panorama alcune intercettazioni. Il figlio del boss si vanta del suo rapporto privilegiato con il procuratore aggiunto di Palermo: "Ho pure accesso al computer del suo ufficio. Io non ho problemi con scorte e cose...passo ovunque"

Ciancimino choc: con Ingroia faccio come voglio

Che Massimo Ciancimino si sentisse il «re» della Procura di Palermo, un’«icona dell’antimafia»-la citazione è dello stesso Ciancimino jr e del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, che così l’ha definito in un libro – era notorio. Ma un conto è questo, altro è sentire, dalla viva vo­ce del fi­glio del sindaco boss di Palermo ca­duto in disgrazia lo scorso 21 aprile, quan­do proprio i pm del capoluogo siciliano l’hanno fatto arrestare per calunnia aggra­vata ai danni dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, la seguente frase po­co raffinata ma molto eloquente: «Io in Pro­cura a Palermo faccio quello che minchia voglio».

E invece la frase c’è, eccome. A car­pirla, a novembre del 2010, le orecchie at­tonite della Squadra mobile di Reggio Ca­labria, che intercettava non Ciancimino jr (allora impegnatissimo in ospitate tv ad Annozero ), ma un commercialista, Girola­mo Strangi, all’epoca indagato perché rite­nuto vicino alla ’ndrangheta. E non solo. Perché nella discussione Ciancimino, ignaro delle cimici sparse negli uffici in cui si trova, dice anche di avere avuto accesso ai computer dell’ufficio del pm Ingroia.Se una delle solite millanterie nelle quali Ciancimino jr sembra maestro, o incredi­bile leggerezza del pm Ingroia, non è dato sapere.

Ad anticipare il contenuto delle due in­­tercettazioni, che risalgono rispettivamen­te a novembre e dicembre del 2010, è il set­timanale Panorama in edicola oggi. Il to­no è leggero, intercalato da risate. Il tema della conversazioni tra Massimuccio e il commercialista Girolamo Strangi (per in­ciso, per incontrare Strangi Ciancimino aveva eluso i controlli della scorta) è serio, fatture false e denaro da trasportare a Bolo­gna o a Parigi. Ciancimino jr si offre per il trasporto: «Io non ho problemi con scorte e cose... passo ovunque». E l’esempio del suo«potere»arrivasubito:«Se c’è un’inda­gine in corso la vado a vedere io nel regi­stro... negli uffici di Ingroia tu digiti un no­me... egli puoi fare vita, morte e miracoli». Conti bancari, indagini in corso, multe. Ciancimino jr si vanta di essere on­nipotente, di poter controllare tut­to. E racconta un episodio per dimo­­strarlo: «Ad esempio – spiega Cian­cimino jr a Strangi – l’altra notte c’è stata una riunione della Dda...nella stanza del Procuratore...mi lascia­no loro nella stanza chiusa per non farmi vedere dai giornalisti, e lo ve­de che sto al computer, dice: “Lei è bastardo”. Mi sono andato a vedere tutti gli investimenti di mia suocera. Che cazzo fa al computer?».

Quindi prosegue, per dimostrare quanto sia di casa negli uffici della Procura di Palermo: «Mica mi nascondo, io faccio quello che minchia voglio là dentro, peggio per loro che mi lasciano là, gli dico, l’altra volta mi sono andato a vedere un file dove c’erano le barche da sequestrare...». Vero o falso? Difficile dirlo. Ma certamen­te una grana per la Procura di Palermo che già sul trattamento di Ciancimino ha avu­to non pochi grattacapi.

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