
di Paolo Giordano nostro inviato a Giffoni (Sa)
Ornella Muti, niente preamboli: i suoi prossimi film? «Sono nel cast di Roma elastica di Bertrand Mandico con Marion Cotillard e Isabella Ferrari, e di Il filo rosso di Alessandro Bencivenga, che sarà presentato al Venice Production Bridge durante la Mostra di Venezia».
Nel Filo rosso è Ida Dalser, la prima moglie di Benito Mussolini, «un’anima persa nel manicomio».
«Se il ruolo mi emoziona, io accetto di fare il film. Altrimenti, se mi chiamano per dire “c’ho messo pure la Muti nel mio film” allora lascio perdere».
C’è una continua corsa al fare il cast più grande.
«In questa fase non abbiamo un grande cinema, le sale non si riempiono, a parte il film di Paola Cortellesi».
Lei guarda le serie?
«Se le guardo, ma scelgo solo quelle inglesi o spagnole o americane dove ci sono attori pazzeschi».
Quando entra nella sala del Giffoni Film Festival (che si chiude oggi 26 luglio), gli adolescenti impazziscono di fronte a un’attrice che ha girato il primo film nel 1970, a quindici anni e ora ne ha settanta ma manco te ne accorgi. Era La moglie più bella di Damiano Damiani e si ritrovò nel ruolo di Franca Viola, la prima donna ad aver rifiutato un matrimonio riparatore. Tanti anni dopo è ancora qui, bellissima, con un fascino che quasi tutte se lo scordano, accompagnata dalla figlia Naike e sembrano due sorelle tanto si somigliano, persino nel guardaroba. Ora vivono in un cascinale vicino a Lerma, provincia di Alessandria, borgo millenario del Monferrato a due passi dal torrente Piota ma lontano dal fracasso
che inzacchera questo tempo. «Ho vissuto cento vite», dice lei prima di consigliare a tutti i giovanissimi a «staccarsi dal gregge, a dire no quando è giusto dirlo anche se costa». Parla lentamente, con il gusto delle pause, con una teatralità innata. Ha recitato per i registi più grandi, da Monicelli a Risi a Bunuel a Maselli, e nelle trame più popolari come Il Conte Max o Il bisbetico domato , ma è sempre rimasta a sé stante, riconoscibile al cento per cento, un ruolo a parte nella storia del cinema italiano al punto che è anche diventata la musa di Sean Baker regista Oscar per Anora : «Fare un film? Chissà». E anche nelle polemiche, da quelle sugli eventi con Putin all’assenza dall’ultimo David di Donatello, Ornella Muti non si è mai persa nel becerume che oggi va molto di moda. Come le dive di un tempo, rimane distante, al massimo una frase di replica, e poi torna nel suo mondo a parte.
Sceglie sempre ruoli che pretendono il cento per cento.
«Ida Dalser era una donna complessa e fantastica che aveva studiato a Parigi. Da lì tornò per creare un centro estetico che poi vendette per aiutare Mussolini. Lui la fece chiudere in manicomio» Ma perché oggi il cinema italiano non è «un grande cinema»?
«Perché mancano i fondi e chi fa cose belle arranca. Noi trascorrevamo settimane per fare i film, giravamo e rigiravamo le scene fino ad ottenere quella giusta».
Anche nella musica diciamo che la situazione non è molto diversa. «Tutte quelle voci metalliche ».
L’autotune.
«Una volta o cantavi o non cantavi. Punto. Ora la voce non conta più».
Come fa a scegliere i film in cui recitare? «Se mi piace, lo faccio. Altrimenti non lavoro».
Ma spesso chi non lavora, anche per poco, si sente escluso. È la cosiddetta «Fomo», fear of missing out, la paura di rimanere fuori dal giro. «Faccio molto teatro. Lì puoi portare in scena la storia che ti piace di più».
Non le hanno mai chiesto di partecipare a un reality show?
«Come no, certo che sì».
E lei?
«Preferisco mangiare pane e cipolla».
Come mai?
«Vengo da una generazione di attori che sono cresciuti piano piano. Noi abbiamo tutti pedalato davvero forte. Non capisco perché ora si debba andare in un contesto nel quale magari si fa pure massacrare. Ma perché? Per un attimo di popolarità?».
In balia dei social oltretutto.
«Il contenuto dei social conferma ogni giorno che la società si è molto incattivita, ci sono contenuti inaccettabili ».
Ornella Muti, 70 anni, 55 di carriera, una musa del cinema italiano. Ha paura di essere dimenticata?
«Non è possibile dimenticarmi ». (sorride - ndr )
SCELTE
Se un film non mi piace rifiuto. Preferisco rimanere senza lavoro e tirare la cinghia
POLEMICHE
I social media dimostrano che la società si è incattivita
Vedo contenuti inaccettabili