Cinque anni al vigile che violentò la collega

Cinque anni di reclusione, è la condanna inflitta dal giudice Adriana Petri, al quarantenne ispettore dei vigili urbani, accusato di aver violentato una collega. Il processo si è svolto in sede di udienza preliminare, con il rito abbreviato, che ha consentito la riduzione di un terzo della pena. Il pubblico ministero Pier Carlo Di Gennaro aveva chiesto 4 anni. Va detto che un anno è stato dato per il tentativo di violenza, seguito dopo 10 minuti dallo stupro (4 anni). L’imputato, difeso dall’avvocato Emanuele Lamberti, ha sempre respinto le accuse. Il brutale episodio sarebbe avvenuto ai primi di marzo in una sezione, quando i due erano appena rientrati dal servizio. Il vigile è saltato addosso alla donna, l’ha spogliata, lei è scappata in bagno.

È uscita dopo 10 minuti, forse pensando che il che il collega non avrebbe insistito nelle avances. Il cantuné, ancor più focoso, era in agguato e, come colpito da un raptus, la sottoponeva a tale violenza sessuale, che la malcapitata sarebbe addirittura svenuta.

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