(...) Dieci anni e quattro milioni e mezzo di euro per ammettere l«inoperatività» della Tunnel spa che ha accumulato perdite di oltre 66mila euro. Dieci anni e quattro milioni e mezzo di euro perché la giunta di Marta arrivasse ad una decisione deliberata in gran fretta il 29 dicembre del 2011 e relazionata al consiglio comunale l8 febbraio 2012 in cui si chiede sostanzialmente di approvare «la procedura straordinaria di liquidazione volontaria della società Tunnel di Genova spa». E ora, come se lo sperpero di denaro pubblico non fosse stato sufficiente, si dovranno pagare pure la liquidazione al presidente della società, lavvocato Giancarlo Bonifai, stipendiato con 39mila euro lordi annui e le spese del liquidatore.
«Come Pdl, chiediamo al sindaco e alla giunta che biasimino le forze politiche che approvarono con due delibere di consiglio comunale del 2001 la costituzione della società Tunnel Spa - tuona il consigliere Giuseppe Costa insieme ai colleghi di partito - e che chiedano scusa alla città intera». Per il danno economico alle casse comunali e per limperdonabile ritardo nellaffrontare le problematiche del traffico cittadino, per la leggerezza e la superficialità con cui le forze politiche della sinistra - mette nero su bianco il Pdl come ordine del giorno del prossimo consiglio - le forze politiche di sinistra hanno affrontato il progetto.
Ma andiamo con ordine e partiamo dallinizio. Era il 2001 quando la giunta Pericu commissionò a una società britannica uno studio per chiedere se fosse meglio costruire un ponte o un tunnel sottomarino in sostituzione della Sopraelevata. «Gli ingegneri inglesi - ricorda il piediellino Gianni Bernabò Brea -, pagati profumatamente con una cifra che non è nemmeno compresa in quei 4 milioni e mezzo, dissero che il tunnel non avrebbe risolto i problemi del traffico e che ci sarebbe stato bisogno di unopera subcollinare». In sostanza, il collegamento non rappresentava alcuna nuova viabilità, né unalternativa valida e risolutiva. Lallora assessore della giunta Pericu Bonifai si dimise per diventare il presidente della Tunnel Spa che venne costituita nel 2002 con un capitale iniziale di 510mila euro, ripartiti tra Comune di Genova (170mila), Cassa Depositi e Prestiti (170mila) e Autorità portuale (170mila), tutti e tre a partecipazione paritaria. Ed ecco che arriviamo ai soldi pubblici: nel 2001 la Cassa Depositi e Prestiti assegnò al Comune di Genova 4.441.529 milioni di euro a fondo perduto, soldi che lamministrazione introitò a novembre del 2001. Gli anni passano e dopo il progetto preliminare del 2003 trasmesso al Cipe (costo del progetto 3.389.516 milioni di euro), nel 2008 lautorità portuale presenta una relazione sullaggiornamento del costo dellopera che parla di 490 milioni di euro. Lo Stato inizia a non credere più nella fattibilità del tunnel e nel 2010 Cassa Depositi e Prestiti decide di cedere a titolo gratuito le proprie quote all Tunnel Spa, di cui rimangono soci il Comune e lAutorità portuale.
Al 31 dicembre del 2010 - si legge nelle «Linee di indirizzo per la messa in liquidazione della società Tunnel» di Tursi -, le perdite della Spa superano i 66mila euro. Non solo, lAutorità portuale è intenzionata a cedere la propria quota e lo Stato finanzierebbe soltanto il 25% del valore dellopera. Quindi, meglio chiudere i battenti e liquidare tutto. Però, però guai a pensare che il progetto sia inutile. «Lamministrazione lo ritiene tuttora valido e meritevole di considerazione e valorizzazione da parte di tutte le istituzioni», ribadisce il Comune.
«Dovrebbero venire a chiedere scusa - sbotta Stefano Balleari -. Hanno buttato via i nostri soldi. Cinque milioni dei contribuenti. È una società che è servita soltanto a dare mancette e avere qualche consenso». Ai tre milioni e mezzo del progetto, fa i conti il capogruppo del Pdl Matteo Campora, «vanno aggiunti i 500mila euro circa di stipendi che in dieci anni sono stati pagati al presidente della società, i costi della consulenza e quelli della liquidazione». Il Pdl è pronto a chiedere che la delibera di giunta venga mandata alla Corte dei Conti per valutare eventuali responsabilità contabili.
Forza Italia e An allora, nel 2001 battagliarono contro la costituzione della Tunnel spa e contro il progetto, «ma gli atti formali del consiglio comunale furono soltanto due - ricorda Costa -.
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