La «cipria botanica» dei genovesi

La «cipria botanica» dei genovesi

«Forse lo sapete. Misteriosamente ci sono dei fili che uniscono tutti quelli che sono nati nella falce di terra che si chiama Liguria. Ci sono dei fili che sono fatti non soltanto di canzoni, trallalero, antichi canti marinareschi, ma che legano la nostra memoria a determinati sapori. Sono i sapori dell'infanzia. L'uomo, la donna, come esseri umani completi; e soprattutto una parte di ricordi, una parte d'esperienza, e come una canzone immediatamente riascoltata, dopo un lungo silenzio, ci ripropone delle immagini precise e ci rivediamo in quel determinato momento, così, scusatemi, accade per un aroma di pesto. C'è l'ho col pesto, sì col pesto che è una misteriosa cipria botanica, una specie di alchimia irriproducibile. Sono ineffabili le sensazioni che mi danno le foglioline di basilico passate improvvisamente sotto il naso. Gli eroi di Salgari non so se li ricordate masticavano il betel.

Io mastico il basilico, mastico il pesto per ricordare e rivedo la mia casa e rivedo mia madre e scopro che la cucina ligure si distingue da tutte le altre perchè alla base ci sono due elementi fondamentali : il tempo e l'amore».
*(tratto da «Pesto e Buridda» - Sabatelli editore)

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