da Napoli
Non è vero che tutta Napoli è invasa dalla munnezza. Non è vero. C'è una zona franca, dove la spazzatura non si è mai vista in questi giorni di nuova emergenza dell'emergenza rifiuti. Una striscia di sampietrini lunga un paio di chilometri, con un panorama unico al mondo: il Golfo, Capri, Punta Campanella, da un lato della strada, una fila di palazzi prestigiosi, abitati dai vip della Napoli bene, dal lato opposto. Questa strada si chiama via Posillipo, bella e tortuosa. E pulita. Cassonetti vuoti e tirati a lucido, sampietrini sui quali sembra sia stata passata la cera. Ma non bastano cento, mille vip, con le loro famiglie, per giustificare tanta pulizia, tanta accortezza nello svuotare puntualmente ogni sera i cassonetti. Via Posillipo è semplicemente la strada di Antonio Bassolino, dell'imputato Antonio Bassolino, del presidente della Regione Campania, rinviato a giudizio nella sua veste di ex Commissario straordinario per la emergenza rifiuti, perché, come sostenuto dai pm Noviello e Sirleo «non impediva, realizzava e consentiva la perpetua violazione degli obblighi contrattuali assunti dall'Ati (associazione temporanea di imprese, ndr) affidataria in relazione alla gestione del ciclo dei rifiuti» e, per aver commesso il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, per avere «contribuito a dissimulare i reiterati e gravi inadempimenti dell'Ati».
Una beffa: proprio la strada del presidente della Regione Campania, dell'uomo accusato di essere uno dei principali artefici dello sfascio spazzatura, è la più pulita di Napoli. Una beffa per i napoletani che pagano la Tarsu, che trovano i loro palazzi ostruiti dalla munnezza, che dai loro balconi sono costretti a respirare una puzza nauseabonda, che da giorni trovano le strade occupate da cumuli di rifiuti e non riescono a passare con le loro auto. Come sembra lontana via Posillipo: si pensi che nella strada dove abita l'imputato Antonio, una pattuglia di vigili urbani, fa la spola per evitare le auto in divieto di sosta, sul marciapiede o in seconda fila. E per chi sgarra, ci sono le ganasce. Ma è Napoli o la Svizzera?.
A dire il vero, questa non è l'unica zona franca della città. C'è anche un'altra strada fatta di sampietrini, che fa eccezione e, sulla quale, come dicono i napoletani, «ci si potrebbe mangiare sopra»: via Santa Lucia. Ma guarda il caso: qui, c'è Palazzo Santa Lucia, dove ha sede la giunta regionale della Campania e il bell'ufficio di Bassolino. Insomma, l'imputato più famoso di Napoli, «a munnezza nun l'adda proprio vedè», come fa notare un'anziana signora.
Basta svoltare l'angolo però, nella prestigiosa via Chiatamone e i cumuli si materializzano. Un giovane con i guanti in lattice, davanti ad un cassonetto rovesciato, ma pieno di sacchetti, ha depositato sotto gli occhi del fotografo, un cartello con dedica ad Antonio. «Bassolino 'a munnezza». Napoli è piena di questi cartelli dedicati al governatore, ce ne sono ovunque.
Le oltre seimila tonnellate di spazzatura che giacciono nelle strade di Napoli e le oltre 55mila di tutta la Campania, stanno provocando preoccupazione anche nell'avellinese capo della polizia, Antonio Manganelli, ieri nella sua città, per la festa del corpo. «Sono terrorizzato dall'idea che non ce l'abbia fatta una persona straordinaria come De Gennaro, un uomo dalle capacità speciali». Ma, terrorizzati lo sono anche i vigili del fuoco, chiamati mediamente, ogni giorno, a spegnere almeno cento roghi: cumuli, cassonetti ma, a volte, tra le fiamme esplodono le bombole del gpl e rischiano la vita. Oppure vengono aggrediti dalle popolazioni, a colpi di pietre e bottiglie.
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