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Bce: i tassi di interesse restano invariati

È il primo stop dopo la serie di dieci aumenti consecutivi. Si attende l'andamento dell'inflazione

Bce: i tassi di interesse restano invariati

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La Bce dice stop al rialzo dei tassi di interesse. Questa è la prima pausa dopo il susseguirsi dei dieci aumenti. Il tasso sui rifinanziamenti è fermo al 4,50% mentre quello sui depositi è al 4%. Il tasso sui prestiti marginali è al 4,75% e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Le informazioni provengono dalla riunione tenutasi ad Atene.

Le prospettive

I rialzi durati quindici mesi sono, per ora, in stand by, ma le cose potrebbero cambiare presto. La Bce potrebbe considerare una riduzione più rapida del proprio portafoglio. Lo stop ha come obiettivo quello di domare l’inflazione, lo scorso mese si è intravista la possibilità di una pausa poiché la stretta della Banca Centrale Europea avrebbe iniziato a produrre gli effetti desiderati.
In merito alla questione la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa ad Atene ha affermato: "Ci si attende tuttora che l'inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato; inoltre perdurano le forti pressioni interne sui prezzi. Al tempo stesso, l'inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell'inflazione di fondo ha continuato a diminuire". La presidente della Bce ha poi affermato che l'economia della zona euro resta debole e le informazioni recenti dicono che la manifattura continua a calare. In merito aii servizi afferma che si sono indeboliti ulteriormente per il contagio della debole attività dell'industria.

I risultati dei rialzi

Attualmente le pressioni sui prezzi sembrerebbero essersi attenuate e l’economia starebbe rallentando. Questo segnale suggerisce che potrebbe già esserci in corso una recessione e questo aspetto avrebbe disincentivato la Bce ad aumentare ulteriormente i rialzi. Ora resta da chiedersi quanto durerà questa strategia, attualmente i mercati stanno scommettendo su una possibile prossima mossa che potrebbe essere un taglio nel secondo trimestre del 2024. Alcuni banchieri centrali, invece, considerano irrealistica questa ipotesi.

I costi energetici

In questo frangente bisogna considerare i costi energetici che potrebbero contribuire a far salire ulteriormente il tasso di inflazione causando una “stagflazione”, tradotto in un periodo di alta inflazione e crescita stagnante. In questo frangente alcuni banchieri sono sostenitori della “pausa hawkish” si tratta di un approccio che tiene in considerazione altri rialzi dei tassi poiché l’inflazione, secondo le stime, tornerà al 2% dal 2025.

Bisogna poi considerare le difficoltà in Medio Oriente che contribuirebbero a causare ulteriori pressioni sui costi energetici. "La Bce "sta monitorando" la situazione in Medio Oriente", lo ha detto la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa, sottolineando che l'Eurotower "è molto attenta alle conseguenze economiche" della crisi, in particolare sul fronte dei prezzi del'energia e della fiducia di famiglie e imprese

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