"Servizio taxi carente". Si muove l'Antitrust: nel mirino i Comuni di Roma, Milano e Napoli

L'Autorità garante ha sollecitato gli enti locali ad adeguare il numero delle licenze, oltre ad adottare misure aggiuntive

"Servizio taxi carente". Si muove l'Antitrust: nel mirino i Comuni di Roma, Milano e Napoli
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Il richiamo dell'Antitrust è arrivato puntuale sulle scrivanire di tre grandi Comuni italiani: Roma, Milano e Napoli. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha inviato una segnalazione ai sindaci riguardante le "criticità riscontrate nell'erogazione del servizio taxi a danno degli utenti, in termini di qualità ed efficienza del servizio reso". Un ammonimento che è giunto dopo l'analisi delle risposte fornite dagli stessi enti locali alle richieste di informazione inoltrate dall'Antitrust. Ciò che è emerso dall'approfondimento è "una diffusa e strutturale inadeguatezza del numero delle licenze attive rispetto alla domanda del servizio taxi. Questa situazione ha generato una mole molto elevata di richieste inevase e di tempi eccessivamente lunghi di attesa per l'erogazione del servizio", ha evideniziato l'Autorità garante.

I numeri

Sono risultate quindi in numero elevato le richieste inevase e i tempi eccessivamente lunghi di attesa per l'erogazione del servizio taxi. L'Antitrust ha snocciolato dati e cifre. L'indagine svolta ha fotografato un contesto in cui a Roma il numero di licenze attive è pari a 7.962, cui corrispondono 2,8 licenze ogni mille residenti; a Milano le 4.853 licenze attive sono pari a 3,5 licenze ogni mille residenti; a Napoli, a fronte di 2.364 licenze attive, sono disponibili 2,6 licenze ogni mille abitanti. Per superare questa grave situazione e aprire il mercato alla concorrenza, l'Autorità ha sollecitato i Comuni di Roma, Milano e Napoli ad adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda di tali servizi, di cui una significativa parte rimane, ad oggi, costantemente insoddisfatta, spingendo l'aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset (numero 104/2023 convertito nella legge 9 ottobre 2023, numero 136) e adottando in tempi brevi i bandi di pubblico concorso per l'assegnazione delle nuove licenze.

Le misure aggiuntive

Sempre con l'obiettivo di aumentare la qualità del servizio, l'Autorità garante auspica anche l'adozione di misure aggiuntive, come la regolamentazione dell'istituto delle doppie guide (attualmente presente a Roma e a Milano, ma non a Napoli); l'implementazione del taxi sharing (ovvero un mix tra servizio di noleggio con conducente e taxi che consiste nel geolocalizzare i driver attraverso una app, prenotarlo e pagarlo); l'efficientamento dei turni, per renderli più flessibili. Inoltre, l'Antitrust ha raccomandato l'esercizio di un monitoraggio, attivo ed efficace, sull'adeguatezza dell'offerta del servizio taxi e sull'effettiva prestazione del servizio stesso, adottando adeguati meccanismi di controllo, i cui esiti dovranno essere pubblicizzati in maniera adeguata.

La richiesta di liberalizzare

"Apprezziamo che l'Antitrust abbia messo un punto fermo nella diatriba tra consumatori, che chiedono più licenze, e tassisti che negano che ce ne sia bisogno". Lo ha affermato il presidente dell'Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, commentando la segnalazione inviata ai Comuni di Roma, Milano e Napoli sulla strutturale inadeguatezza del numero delle licenze attive rispetto alla domanda del servizio taxi. "Ma dal nostro punto di vista non c'è nulla di nuovo. Questa carenza del numero delle licenze la denunciamo da anni, inutilmente e inascoltati.

Ecco perché chiediamo le liberalizzazioni in questo settore, ad esempio eliminando i vincoli territoriali, in modo che sia i tassisti che gli Ncc possano svolgere il servizio dove vogliono, dando la possibilità ai tassisti di poter uscire dall'ambito comunale e agli Ncc di non dover rientrare in rimessa dopo ogni servizio, obbligo che ancora parzialmente permane nonostante una sentenza della Consulta", ha concluso Dona.

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