La civiltà delle macchine è inumana. E violerà corpi e anime

Georges Bernanos*

Il problema che si pone oggi, e dalla cui soluzione dipende la sorte dell'umanità, non è un problema di regime pratico o economico - democrazia o dittatura, capitalismo o comunismo - ma un problema di civiltà. Volentieri chiamiamo inumana questa civiltà. Che cosa mai può significare una civiltà inumana?

Una civiltà inumana è evidentemente una civiltà basata su una falsa o incompleta definizione dell'uomo. Se questa civiltà è inumana, voi non la renderete umana, sarà essa a rendere inumano l'uomo. Questa civiltà è forse fatta per l'uomo? Oppure pretende di strumentalizzare l'uomo e farlo a sua immagine e somiglianza usurpando così, grazie alle prodigiose risorse della tecnica, il potere stesso di Dio? Ecco quel che è importante sapere.

Certo, ancora non ci rendiamo conto di quanto questo sia importante per noi. Ma non possiamo pensare solo a noi stessi.

Si tratta di sapere se la tecnica disporrà dei corpi e delle anime degli uomini futuri, se deciderà per esempio non solo della loro vita e della loro morte ma anche delle circostanze della loro vita, come il tecnico dell'allevamento dispone dei conigli che ha nella conigliera.

* Da «A che serve questa libertà», appunti per una conferenza del 1947 raccolti in «Lo spirito europeo e il mondo delle macchine» (Rusconi, 1972)

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