In classe torna il rigore: per gli «assenteisti» scatterà la bocciatura

RomaRagazzi, attenti a «fare sega», come dicono a Roma. O a «bigiare», secondo la parlata lombarda, o a «fare forca», come dicono i toscani. Attenti, sì, perché marinare troppo la scuola può costare caro: in sostanza, «segano» voi. Mariastella Gelmini sceglie la linea del rigore: «Da quest’anno non si potranno superare le 50 assenze per non essere bocciati».
A Palazzo Chigi il ministro dell’Istruzione illustra le novità che aspettano gli studenti con il nuovo anno scolastico. E una delle principali è proprio questa: viene fissato il tetto già previsto per le elementari e due milioni e mezzo di ragazzi delle superiori dovranno stare attenti a non assentarsi per oltre il 50 per cento delle lezioni. Non è consentito neppure «darsi malati», perché nel computo dei 50 giorni rientrano anche quelli con certificato medico: sarà il consiglio d’istituto a valutare, caso per caso, se le assenze sono davvero giustificate da seri problemi.
Le altre novità riguardano l’aumento del tempo pieno alle primarie con 877 classi; due nuovi licei, musicale-coreutico e scienze umane; riorganizzazione dei vecchi (6 indirizzi), con nuovi orari per dare più spazio a matematica, fisica e scienze e alle lingue, con una materia insegnata in inglese al quinto anno; rimodulazione del tecnico-professionale, il primo in 2 settori (economico e tecnologico) e 11 indirizzi, il secondo nei settori servizi e industria e artigianato e 6 indirizzi; creazione dei nuovi Istituti tecnici superiori dopo il diploma, dei «super-professionali» di 2 anni. I livelli di conoscenza obbligatoria dovranno essere uguali a quelli delle scuole straniere, con particolare attenzione al ’900 e alle materie scientifiche. Inoltre, entro l’anno sarà bandito un concorso per 3 mila nuovi presidi, non per titoli ma con un test attitudinale per aprire ai più giovani e sono stati già assunti 10 mila nuovi docenti e 5 mila bidelli, segretari, tecnici, impiegati.
«Ogni riforma ha sempre un margine di rischio - spiega il ministro - ma quest’anno, con il lavoro fatto dal governo, siamo di fronte a una svolta epocale. Non potevamo rinviarla ancora. Tutte le volte che c’è una novità, si accompagna a delle difficoltà. Sarà il primo anno in cui testare la bontà di questa riforma, pronti all’autocritica e aperti ai miglioramenti».
Mentre la Gelmini parla fuori da Palazzo Chigi premono i precari sul piede di guerra, alcuni protestano con lo sciopero della fame in diverse regioni. Il ministro esprime solidarietà, ma dice con decisione che per ora non li incontrerà perché spesso il loro disagio viene strumentalizzato. «Non abbiamo ancora completato le operazioni (di assegnazione dei posti )- spiega - e protestano senza essere stati ancora esclusi. Non si tratta di persone licenziate». Tra quelli che chiedono un confronto sui tagli agli organici, poi, ci sono anche «militanti politici dell’Idv».
La verità, per la Gelmini, è che oggi si paga la politica sbagliata del passato: «I precari che ereditiamo sono 200mila, un numero spaventoso, che nessun governo può assorbire».
Altra nota polemica su tempo pieno e insegnanti di sostegno. «Al contrario di quanto sostengono sindacati e opposizione - afferma la Gelmini - le classi della scuola primaria a tempo pieno e il numero dei docenti di sostegno agli alunni disabili sono in aumento». Nell’ultimo anno gli insegnanti di sostegno sono passati da 90.400 a 93.100, il problema per il ministro è anche negli «abusi» sui certificati di disabilità delle Asl.
«Neanche i padroni delle ferriere fanno quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti», attacca il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, riferendosi ai precari.

Le opposizioni criticano la riforma su tutti i fronti, i precari replicano che 10mila assunzioni sono «irrisorie», a fronte di 67mila posti a tempo indeterminato tagliati e 130mila cattedre vacanti e i sindacati di base annunciano la mobilitazione generale. Il primo suono della campanella è vicino e aprirà un anno scolastico molto «caldo».

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