Clementina: «Vi prego, fatemi liberare presto»

Il rapitore insiste: «La rilascio solo se mia madre viene scarcerata»

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Fausto Biloslavo

da Kabul

«Fatemi liberare il prima possibile e tenete informata l'ambasciata italiana», sono le parole pronunciate sabato scorso da Clementina Cantoni, rapita una settimana fa a Kabul. Lo rivela un alto funzionario delle forze di sicurezza afghane, che ha parlato, via telefonino, con l’ostaggio italiano. Una comunicazione breve, fra Clementina e il principale negoziatore da parte afghana, che voleva essere certo che la giovane milanese fosse ancora viva. «Abbiamo parlato meno di due minuti, ma stava bene. Non piangeva, non era crollata. Ha chiesto che facessimo di tutto per liberarla in fretta e di informare la vostra ambasciata. Non posso dire altro sul contenuto della telefonata», spiega l’alto ufficiale che indossa abiti civili.
Questa è la prova che l’ostaggio è in vita. Clementina, ricordiamo, ha subìto un colpo alla testa durante il sequestro. «Può essere che sia ferita lievemente, ma la sua vita non corre alcun pericolo a causa di questa contusione», spiega la fonte de il Giornale, che ha accettato di parlare in cambio dell’anonimato. «Vede questo telefonino? Mi serve per restare in contatto con Timor Shah (il presunto capo della banda di sequestratori, nda) e portare avanti le trattative per la liberazione di Clementina, che sono a buon punto», dice il negoziatore indicando un modello di portatile Ericsson. Secondo altre fonti, la telefonata di sabato non sarebbe stata l’unica con l’ostaggio. L’alto ufficiale comunica, probabilmente, anche con altri membri della banda e, oltre al numero di telefonino di Clementina, dovrebbe avere a disposizione un’altra utenza per raggiungere i rapitori.
«Sono stato l’unico a parlare direttamente con l’ostaggio e resto fiducioso che chiuderemo presto questa vicenda», sostiene l’alto ufficiale. L’afghano conferma l’esistenza di una cassetta audio, con un messaggio registrato di Clementina, che Timor Shah ha cercato di far ascoltare a chi vi scrive, ma le interferenze erano tali che non si capiva nulla. «Devono averla registrata all’inizio, ma non abbiamo mai ricevuto questa cassetta», sostiene la fonte de il Giornale. Timor Shah era anche intenzionato a girare un video, come fanno i terroristi in Irak, ma ieri il telefonino di Clementina, utilizzato dal sequestratore per parlare con i giornalisti, è rimasto tutto il giorno spento.
L’alto ufficiale afghano conferma che il tagliagole è accusato di rapimenti e omicidi, fra questi l’eliminazione del figlio di Hamid Zadnan, un uomo d’affari afghano. Il nocciolo del negoziato è stato oramai individuato e riguarda la liberazione di alcuni prigionieri nelle mani delle autorità afghane. «In cambio di Clementina, Timor Shah vuole soprattutto il rilascio della mamma», spiega la nostra fonte. La madre è coinvolta nelle nefandezze del bandito. Attorno alla richiesta principale ne ruoterebbero altre minori, compreso il pagamento di un «rimborso spese», in pratica un riscatto. Secondo l’alto ufficiale il sequestro ha una matrice «puramente criminale». Comincia a trapelare qualche scarna informazione anche su Haroon, il giovane la cui foto segnaletica è stata distribuita alla polizia afghana assieme a quella di Timor Shah. Si tratta del suo braccio destro nella banda e ha solo 23-24 anni.


Oggi i gestori di telefonia mobile di Kabul invieranno il seguente Sms a tutti gli abbonati: «Clementina è stata rapita. Ha lavorato in Afghanistan per gli orfani e le vedove. Se avete qualsiasi informazione, chiamate il numero verde... Aiutate Clementina».

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