Clijsters regina a Melbourne Ma la Cina festeggia Li Na

Il colpo più bello del torneo Kim Clijsters l’aveva già fatto dopo aver battuto Carla Suarez Navarro al secondo turno. Intervistata subito dopo da Mark Woodforde, ex campione specialista di doppio, lo aveva fulminato così: «Ho visto l’sms che ha mandato alla mia amica Rennae Stubbs: hai scritto che ho le tette grosse. Beh, ti dò una notizia: non sono incinta...». A quel punto Woodforde - ormai più rosso dei suoi capelli - balbettava: «Grazie, mi hai rovinato la carriera». Risata generale e abbraccio finale. Ecco, questa è Kim Clijsters, una che potrebbe fare la pubblicità della fiamminga tutta zoccoli e grembiule ma che in realtà, nel tennis dominato dalle «ova», è la più carina del gruppo. In simpatia, s’intende. Ed è anche ormai la preferita di tutti, perché anche se - dopo aver battuto in finale la cinese Na Li 3-6, 6-3, 6-3 - il computer la mette al numero due del mondo, è pure vero che la numero uno, la danese Caroline Wozniacki, non ha ancora vinto un titolo che conta. Mentre lei è al quarto Slam.
Il primo in Australia poi ha un sapore particolare. Perché Kim, nella vita precedente, era anche lei una numero uno del mondo senza avere torneoni in bacheca e soprattutto avrebbe dovuto sposare Lleyton Hewitt, australiano. Lui però la lasciò con vista sull’altare e così lei adesso si prende la rivincita: «Finalmente potete chiamarmi Aussie Kim». Nel frattempo la Clijsters aveva già vinto una volta gli Open Usa, prima di fermarsi nel 2008 perché aveva trovato un marito - Bryan Linch - e perché aspettava Jada, orgogliosamente esibita poi nelle altre due vittorie di New York, ovvero 2009 e 2010.
Così adesso, mentre la Cina festeggia comunque Li Na, la Clijsters non si smentisce, ringraziando per la vittoria il dentista di Melbourne che le ha rimesso a posto la bocca e lo zio che era lì nel suo box «con un terribile paio di pantaloni verdi: siccome sono superstiziosa, adesso sarà costretto a portarli sempre».

E mentre anche i suoi splendidi - quelli sì - occhi azzurri ridevano, a tutti tornava in mente la dichiarazione della vigilia, quando Kim aveva presentato così la sua finale: «È possibile che questo sia il mio ultimo anno nel circuito». Diciamolo: già ci manca.

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