Clima più disteso, ma partenza non facile per la visita di Prodi a Parigi dove si è discusso anche dei rapporti tra Finmeccanica e Thales Suez, prime aperture di Chirac a Enel «La Francia preferisce offerte amichevoli». Ma avverte: «Tocca alle impres

L’Italia chiede simmetria nell’ingresso nei mercati

Paolo Giovanelli

da Milano

Clima quasi cordiale, ma la partenza non è stata facile: il primo incontro del presidente del Consiglio, Romano Prodi, con i vertici dello Stato francese, il presidente Jacques Chirac e il primo ministro Dominique de Villepin sembra sia servito soprattutto a mettere le basi per discussioni future. Qualcosa nel clima è cambiato: «La Francia privilegia le offerte amichevoli» ha sottolineato Chirac. Un segnale di apprezzamento per la decisione di rinunciare all’arma dell’Opa da parte dell’Enel, ma il presidente francese ha anche ricordato che «esiste un progetto di fusione tra Gaz de France e Suez e che, in ogni caso, spetta alle imprese condurre le discussioni strategiche che riguardano il loro avvenire».
Con Villepin, che è un osso più duro e più favorevole a far muro contro Enel, Prodi ha scelto un approccio più allargato: «Abbiamo parlato anche di Finmeccanica e Thales, e delle asimmetrie. C'è stato un discorso iniziale da parte dei francesi che riteneva equilibrati i rapporti industriali, poi l'analisi delle cifre ha avuto la sua forza», ha detto Prodi. Il presidente del Consiglio ha aggiunto che bisogna «discutere, riflettere sui problemi: Edf ha il 20% del mercato elettrico italiano e il 30% del mercato nel Centro-Nord Italia, c'è poi Bnl (il cui controllo è passato a Bnp, ndr), conoscete l'impegno del Crédit Agricole in Italia, i grandi distributori commerciali Auchan e Carrefour. Ho sottolineato la necessità di avere la stessa apertura in Francia, con tutta l'amicizia necessaria tra Paesi amici. Ho sottolineato il grande problema della simmetria di condizioni nei rapporti economici. Bisogna evitare che acquisizioni e fusioni siano in una sola direzione, soprattutto in elettricità con Edf ed Enel-Suez».
Prodi, riferendosi alla presenza di Edf in Italia ha aggiunto: «Penso che la strategia dell’Enel è più che giustificata». Una presa di posizione che ha causato però qualche malumore in fonti vicine a Edf, che sostengono che attualmente la quota Edison (controllata al 50% da Edf) in Italia è al 16 per cento. Rotto il ghiaccio, bisognerà vedere se si riesce ad arrivare a qualcosa di concreto. Così nei prossimi giorni i ministri italiani e francesi interessati alla questione Enel-Suez si incontreranno: «I problemi dell’energia non possono attendere - ha detto Prodi - ci sono aziende quotate, decisioni da prendere, interessi precisi: una riunione il più presto possibile vuol dire davvero il più presto possibile».
Intanto però le cose si stanno muovendo su almeno altri due fronti: da un lato la Commissione europea ha riportato al 19 giugno la data per una decisione sulla proposta di fusione Suez-Gdf, che invece a fine maggio era stata prorogata al 3 luglio. Questo rende potenzialmente più brevi i tempi per una fusione, sempre che l’Ue dia il via libera. Dall’altro, scrive il quotidiano francese Les Echos, «l’azione di lobbying dei presidenti di Gaz de France, Jean-Francois Cirelli, e di Suez, Gerard Mestrallet, sta dando i suoi frutti, così il dibattito sui temi dell’energia che si terrà oggi all’Assemblea nazionale francese e domani al Senato potrebbe registrare più dichiarazioni a favore della fusione di quante previste inizialmente.

E un numero consistente dei parlamentari di maggioranza sarebbe anche a favore dell’approvazione entro metà luglio della legge che permette allo Stato francese di perdere la maggioranza in Gdf. Ma dovranno fare i conti con opposizione e sindacati.

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