Clonato il profumo del mare

da Milano

In riva a respirare il profumo del mare. «Allarga i polmoni». Quante volte ce lo siamo sentito dire con quest'altra frase «Respira l'ozono che fa bene». Ma quando mai. Quello che si annusa non è ozono ma un gas dimetilsolfuro. Altro che salutare: è tossico e con un odore pestilenziale.
A smontare questi luoghi comuni sono i biologi inglesi della East Anglia University che hanno clonato il profumo di mare. Per farne cosa una eau de toilette marina che faccia sembrare magari dei pallidi cittadini dei navigati lupi di mare. Niente di tutto questo, la scoperta che, pubblicata sull'importante rivista Science, approdata ieri dalla Gran Bretagna in Italia potrebbe servire, come spiegano i ricercatori di Sua Maestà, ad apportare cambiamenti climatici e nella zoologia. Il dimetilsolfuro è un componente importante nella formazione delle nuvole sull'oceano favorendo l'aggregazione del vapore acqueo. Un particolare non da poco: influisce, infatti, nella regolazione della temperatura oceanica.
Ma come funziona questa clonazione che dovrebbe, sempre secondo i ricercatori inglesi, che funziona da richiamo per i gabbiani? I biologi della East Anglia University hanno isolato tre batteri dalle alghe delle paludi saline di Stiffkey, vicino a Norfolk. Lo hanno fatto mentre cercavano i geni del dimetilsolfuro, il gas cui si deve, quale sottoprodotto delle alghe, il tipico profumo di mare e di scogliere. Un odore da non mettere in boccette per annusarlo quando non si può andare in riva al mare. Da quest'operazione hanno scoperto che tocca a un gene, il dddD, che sottintende alla produzione del dimetilsolfuro.
Questo gene è stato poi inserito nel batterio dell' Escherichia Coli che, particolarmente utilizzato nell'ingegneria genetica, ha indotto in questo microrganismo la produzione di questo gas che non ha niente di poetico. E ha smontato una serie di luoghi comuni.

«Abbiamo - spiega Andrew Johnston coordinatore dei biologi della Regina Elisabetta - scoperto, isolando il gene cui si deve il dimetilsolfuro, che il meccanismo è molto diverso da quanto si è sempre immaginato e che può essere regolato da batteri insospettabili».

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