Al secondo black-out informatico l’addetto allo sportello dell’ufficio postale romano di piazza San Silvestro allarga le braccia e abbozza un sorrisetto assai poco divertente. Arriva il direttore, l’ufficio pullula di cronisti, meglio essere gentili con tutti: «Scusateci, è successo di nuovo, dateci un quarto d’ora e riavviamo tutto». Sono le 13 di lunedì, la gente guarda l’orologio, i turisti cercano invano francobolli per le loro cartoline, la fila si ingrossa paurosamente. Fa sempre più caldo e chi deve ritirare la pensione inizia a sudare.
Il blackout al nuovo sistema informatico di Poste Italiane ha colpito ancora, da mercoledì il nuovo programma IBM-Hp (installato il 10 maggio) sta funzionando a singhiozzo. Diciamo così. Ma da questa mattina, assicurano da Poste Italiane, grazie alla collaborazione con i tecnici americani dovrebbe entrare a regime, senza più intoppi. Nel frattempo qui a Roma, ma anche a Milano (Cordusio si è fermato due ore ieri mattina), Firenze, Napoli, Torino, Udine e Bergamo si consuma la quinta giornata d’inferno per l’utente. A Livorno sabato erano arrivati i carabinieri. In Campania e Molise molti uffici hanno preferito non aprire proprio. Meglio così. Per ora con la bolletta ci si sventola, tanto - almeno qui a Roma - i condizionatori sono poco meno che dei ventilatori. A san Silvestro, il fiore all’occhiello italiano, il problema viene risolto in venti minuti, ma l’arretrato è spaventoso. Si chiuderà tardi.
Un’altra giornata così sarebbe troppo, l’Autorità per le comunicazioni chiede alle Poste di fare chiarezza. Il commissario Gianlugi Magri ha perso la pazienza: «Trovo inaccettabile il perdurare di questo incredibile disservizio che dal 1 giugno sta paralizzando il sistema informatico di Poste Italiane. E non è accettabile che non vi sia una chiara disanima degli avvenimenti individuando le specifiche responsabilità. Nell’era della tecnologia e della comunicazione simili incredibili episodi minano la capacità di garantire un pubblico servizio e la credibilità di chi dovrebbe garantirlo».
«Il sistema - si giustificano da Poste Italiane - è sofisticatissimo e permetterà di accorciare di molto l’attesa allo sportello. Infatti nel desktop l’impiegato avrà la possibilità di visualizzare contemporaneamente tutti i tipi di operazione senza dover aprire e chiudere le finestre d’applicazione. Oggi (ieri) sono stati comunque garantiti i servizi a tutti i clienti in attesa, sono state effettuate sei milioni di transazioni, sono state pagate più di 250 mila pensioni e sono state eseguite 1,5 milioni di operazioni di pagamento di bollettini. Ora si è creato un inevitabile collo di bottiglia di arretrati, ma speriamo di smaltirlo rapidamente». La speranza non muore mai. Nel frattempo Adusbef e Federconsumatori hanno invitato l’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi ad aprire un tavolo di conciliazione sui disservizi. Invito accolto subito dall’azienda.
Disservizi che qualcuno già rinfaccia. Oggi il consigliere regionale Udc Alberto Goffi presenterà infatti un’interrogazione urgente sui problemi delle poste italiane in Piemonte, in particolare nel Ciriacese e nelle Valli di Lanzo.
«Molti concittadini sono in coda da giorni per ritirare la pensione, molte aziende e famiglie che non stanno pagando le bollette hanno ricevuto minacce da parte delle società di servizi di interromperne l’erogazione con sanzioni su ritardi e mancati pagamenti. Occorre interrompere l’applicazione di ogni sanzione a carico di questi cittadini e risarcirli del danno dovuto al blackout». Stavolta le pacche sulle spalle non basteranno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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