La colonna sonora del Mobile tra arte e musica

Alla Fondazione Pomodoro al via la rassegna «Node 10», ambizioso esperimento per far incontrare suoni e design

La colonna sonora del Mobile tra arte e musica

Non c’è Fuorisalone senza musica. Suonata dal vivo o selezionata da deejay di grido. Dimenticate la timida offerta estemporanea di qualche anno fa. Ormai la «colonna sonora» della settimana più bollente e internazionale di Milano appare sempre più strutturata e accattivante. Tanto che quest’anno, accanto ad «Elita Milano», il «design week music & arts festival» giunto alla sua quinta edizione, prende il via una nuova, sofisticata rassegna, il «Node 10». Ospitata nel prestigioso quanto suggestivo spazio post-industriale della Fondazione Pomodoro di via Solari 35, a due passi dunque da zona Tortona, da sempre meta irrinunciabile per i 300mila visitatori attesi in città (ma quest’anno sono date in ascesa anche l’Isola Garibaldi e l’area Ventura-Lambrate), la neonata «tre giorni» (da giovedì 15 a sabato 17, ore 22, ingresso 15/12 euro) è animata da un obiettivo assai ambizioso: fare incontrare, attraverso i progetti più interessanti in circolazione, i suoni dell’avanguardia elettronica e le nuove tecnologie con le arti visive. Di più: fare il punto sul nuovo che avanza applicato alla video arte e al sound design.
L’evento assolutamente da non perdere? Quello di sabato sera con il tedesco Alva Noto, all’anagrafe Carsten Nicolai, classe 1965. Artista visivo (è stato ospite alla Biennale d’arte contemporanea di Venezia e a Documenta X a Kassel) e musicista elettronico (ha collaborato, tra gli altri, con Ryuichi Sakamoto, Bjork e Ludovico Einaudi e ha fondato la Raster-Noton, etichetta discografica di riferimento in ambito elettronico), Noto dialogherà sul palco con il cantante-chitarrista suo connazionale Blixa Bargeld, classe 1959, ex componente dei Bad Seeds di Nick Cave, e da oltre 30 anni capofila degli Einstürzende Neubauten, indimenticati protagonisti del rock europeo, fronte avanguardia-industriale. Una band assolutamente fuori dagli schemi, capace di ricavare musica dai rumori più atonali e assordanti (martelli pneumatici, seghe circolari, bidoni) per dare corpo sonoro alle ossessioni della società industriale e post industriale, all’emarginazione, all’autodistruzione, alla disgregazione sociale. I due artisti si esibiranno in un progetto che sarà il punto di compimento dell’album previsto per l’autunno 2010, in cui l’interferenza del suono di Alva Noto si incontrerà con la melodia vocale di Blixa Bargeld.
Nella serata inaugurale, quella di giovedì, oltre ai producer londinesi emergenti Mount Kimbie, brillerà invece la stella dell’islandese Jóhann Jóhannsson, polistrumentista (di estrazione rock) e compositore di talento, classe 1969, che sin dagli esordi ha dimostrato la propria predilezione per la melodia pura e incontaminata ricercando in modo quasi maniacale nuove orchestrazioni tra ensemble classici e strumenti (elettronici) non convenzionali. Al suo fianco un quartetto d’archi e il video artista Magnús Helgason.

Intrigante infine l’abbinata del venerdì: da una parte, il sassofonista jazz Tilman Ehrhorn accompagnato dai visuals del collettivo Suicase; dall’altra, Simon Scott, ex batterista della band britannica di culto anni Novanta degli Slowdive, che ha focalizzato la sua ricerca sulla distorsione degli strumenti elettro-acustici.

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