In Italia vengono eseguite ogni anno circa 1 milione di colonscopie. La crescita stimata dei programmi di screening per il cancro colorettale è tra il 5 ed il 10% annua.
«Il tumore del colon è la terza causa di morte per tumore nel mondo dopo il polmone negli uomini e la mammella nelle donne. Si sviluppa afferma Alessandro Repici, responsabile della endoscopia digestiva di Humanitas di Milano - attraverso un precursore (il polipo del colon) la cui identificazione ed asportazione (sempre attraverso l'endoscopia) consente di interrompere la sequenza biologica polipo-tumore del colon e quindi previene realmente lo sviluppo delle neoplasie avanzate. Questa la ragione del grande ruolo che ha assunto oggi la colonscopia».
Negli Stati Uniti, l'incidenza di tumore del colon e del retto inizia a dare segnali di riduzione sia negli uomini sia nelle donne. Si ritiene che la riduzione sia dovuta in gran parte all'aumento delle persone sottoposte a screening e successiva rimozione dei polipi nel colon. Il tumore del colon-retto è un tumore a lenta crescita, di cui non sono note le cause, lincidenza aumenta con letà , dopo i 50 anni si registra il picco pù elevato. Si può evidenziare mediante persistenti cambiamenti delle abitudini intestinali, come diarrea, stitichezza, dolori crampiformi dell'addome, perdita di peso inspiegabile, debolezza e senso di affaticamento spesso legato ad una progressiva comparsa di anemia. L'esame endoscopico del colon rappresenta oggi lindagine diagnostica più accurata in quanto consente di esplorare tutta la mucosa interna dove si possono sviluppare le alterazioni patologiche non solo di tipo neoplastico ma anche infiammatorio. «La colonscopia ha il grande vantaggio aggiunge il dottor Repici, docente di gastroenterologia ed endoscopia digestiva presso le scuole di specializzazione in chirurgia delluniversità di Milano e di Torino - di portare un piccolo strumento all'interno del colon che consente di prelevare tessuti (biopsie) per esami istologici e di asportare le formazioni polipoidi precursori di tumori maligni». La video endoscopia è arrivata in Italia dal Giappone negli anni Novanta grazie alle innovazioni tecnologiche dei centri di ricerca giapponesi ed oggi si avvale di sistemi di visione molto sofisticati che consentono di evidenziare alteraziosni della mucosa anche di pochi millimetri. «Nei pazienti sottoposti a colonscopia per screening precisa il dottor Repici - si arriva a percentuali di identificazione di polipi sino al 50% dei pazienti studiati e di tumori maligni intorno al 3-5%. Queste percentuali sono inferiori (30% di polipi e 1% di tumori maligni) nei casi di colonscopie eseguite per indicazioni diverse dal programma di screening del cancro colorettale. Inoltre le nuove tecnologie dellendoscopia consentono di verificare leventuale natura maligna della lesione e di decidere se può essere asportata per via endoscopica». Grandi sono i vantaggi.
La colonscopia va effettuata in chiave preventiva dopo i 50 anni e va ripetuta, ogni 5-6 anni . I programmidi screening di massa sono supportati anche dal ministero della salute nei pazienti con più di 50 anni. In caso di sangue nelle feci è assolutamente indispensabile eseguire una colonscopia che può essere vitale.
«In Italia sostiene Repici - l'adesione della popolazione a questi programmi è ancora bassa e ben inferiore a quella degli altri paesi europei. Una campagna di sensibilizzazione dedicata è quindi necessaria per creare una cultura della prevenzione».
La ricerca avanza e si realizzano nuovi progetti fantascientifici. Lendoscopia capsulare e la colonscopia robotica sono già una realtà e rappresentano una nuova frontiera.
«La colonscopia con capsula consentirà tra non molto di studiare il colon in maniera non invasiva senza alcun fastidio per il paziente, senza bisogno di alcuna sedazione e senza esposizione a radiazioni (come per la colonscopia virtuale mediante TAC).
La videoendoscopia si è rivelaqta di grande utilità sia sul piano diagnostico sia in quello terapeutico.
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