Un colpo di mano di Henry butta fuori il Trap dal mondiale

Vergogna a Parigi. La Francia va ai mondiali con un colpo di mano. Segna il gol rififì nel primo dei due tempi supplementari, Henry fa il furbo aggiustandosi per due volte con la mano il pallone e offrendo a Gallas che ha deviato di testa alle spalle di Given mentre tutti gli irlandesi erano furibondi. Inutilmente. L’arbitro svedese, il pompiere Martin Hansson, e il suo assistente non hanno avuto il coraggio di annullare il clamoroso gol irregolare, Henry non ha avuto l’onestà di confessare il fallo, i francesi hanno sventolato le loro bandiere, Trapattoni e Tardelli avrebbero voluto prendere a calci Parigi e il mondo.
La loro magistrale partita è andata in frantumi per uno scippo volontario di un francese, l’Irlanda stava vincendo 1 a 0, grazie a un gol di Keane, regolarissimo, e in altre quattro occasioni aveva graziato la porta di Lloris con O’Shea, Duff e due volte Keane, la Francia era a pezzi, senza idee, senza gioco e aveva sbagliato la partita, tradita dai suoi uomini migliori, Henry e Gourcuff su tutti. All’horror show ha assistito Nicolas Sarkozy, stavolta dirà «c’ero anch’io», ma meglio sarebbero il silenzio e la confessione, lo stesso potrebbe dire o fare Zinedine Zidane anch’egli in tribuna, sicuramente contento di aver saputo che i suoi amici e parenti algerini avevano appena battuto l’Egitto, qualificandosi per il mondiale con un gol splendido di Yahi in uno stadio, in Sudan, con quindicimila militari a controllare altrettanti spettatori in deliro, ma meno felice di aver visto la sua ex squadra campione del mondo annaspare, sudare, soffrire contro la Repubblica d’Irlanda, costretta ai supplementari e alla fine a vedersi derubare la qualificazione. Se ne parlerà a lungo, si discuterà di moviola e assistenti supplementari dietro le porte (questo sì) ma anche i calciatori dovrebbero assumersi le responsabilità di atti contrari alla lealtà sportiva, soprattutto in eventi come questi, decisivi per tutta una stagione.
La Francia poteva godersela dopo la vittoria di Dublino, agli irlandesi sarebbe rimasto il ruolo di comparse, una gentile passerella a Parigi, saluti, baci e ritorno verso l’isola. Questo si diceva, si pensava, ma la logica è una cosa, il football è un’altra. Già nel pomeriggio la Grecia l’aveva dimostrato, vincendo fuori casa in Ucraina, spiazzando gli scommettitori e facendo piangere Shevchenko, così come avrebbe fatto subito dopo la Slovenia lasciando in Europa la Russia di Hiddink, il gol di Dedic ha regalato la storia agli sloveni, i russi hanno finito in nove per le espulsioni di Kherzakhov e Zhirkov. Nessuna sorpresa amara per il Portogallo che si qualifica con il gol di Meireles contro la Bosnia Erzegovina
Così l’Irlanda ha giocato un primo tempo sontuoso, perfetto come disciplina, spirito, qualità, insomma il repertorio necessario per i grandi appuntamenti.
L’Irlanda «trapattonesca» (così l’avevano definita i giornalisti francesi a Dublino) ieri sera sembrava la Francia champagne dei bei tempi. Di contro la nazionale di Domenech, nel primo tempo, ha continuato a correre in salita, ha perso dopo otto minuti Escute ferito seriamente al volto dal suo sodale Evra, non ha mai tirato pericolosamente nella porta di Given, si è avvitata nel nulla di Gourcuff e nel vuoto di Henry e così l’Irlanda è cresciuta nella forma e nella sostanza, sfiorando più volte il vantaggio e trovandolo con una combinazione perfetta tra Duff e Keane che in diagonale ha superato Lloris.

Domenech ha tenuto in panchina Benzema e mandato in mischia Govou e Malouda senza che la squadra cambiasse idee e ritmo, Trapattoni gli ha dato una lezione di tattica e di temperamento, l’arbitro ha cancellato ogni sogno romantico. Thierry Henry sarà fiero di raccontare la notte di Parigi. La Fifa dovrebbe punirlo ma cosa vogliamo da un governo mondiale che al volgare Maradona ha dato due mesi di squalifica, adesso che non si gioca?

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