Ieri il Consiglio di amministrazione della Rai ha trovato una complicata via d’uscita sulle questioni legate a Paolo Ruffini, ex direttore di Raitre in attesa di incarico e Giovanni Minoli, storico dirigente, autore e ideatore di programmi in Rai (primo fra tutti «Mixer») prossimo al pensionamento. Le due vicende erano collegate perché per dare un’adeguata posizione a Ruffini si dovevano sottrarre incarichi a Minoli, il quale però, da sempre giornalista cultore della storia, non ha alcuna voglia di mettersi a passeggiare al parco o guardare la Tv dal divano di casa senza più esserne protagonista. Alla fine Minoli (con decisione unanime del consiglio) è riuscito a tenersi il suo gioiellino, il programma «La storia siamo noi», Rai Dixit e soprattutto la responsabilità della struttura che si occuperà delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Un incarico forte visto che questa realtà avrà un budget di ben 16 milioni di euro per due anni. In più al giornalista verranno pagati come compenso personale due milioni di euro, con un contratto di consulenza non essendo più dipendente della Tv di Stato. Il che, visto che da fine maggio avrà la pensione, farà suscitare l’invidia e anche le rimostranze di quanti in Rai (non certo i dirigenti), non riescono nemmeno ad ottenere i premi di produzione promessi.
Per Ruffini la situazione resta complicata. Il Cda lo ha nominato a maggioranza (contrari il presidente Paolo Garimberti, i consiglieri Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, astenuto Rodolfo De Laurentiis), direttore di Rai Premium e, a decorrere dal 27 maggio (cioè da quando Minoli andrà in pensione), direttore di Rai Educational. Rai Premium è una nuova struttura che servirà a coordinare Rai4 (diretta da Carlo Freccero) e Rai Movie (canale di fiction e film che raccoglie l’eredità di Rai Sat Cinema). Una struttura importante visto che ormai sia va verso la digitalizzazione completa dell’Italia, ma non sufficiente a placare Ruffini cui era stata promessa, in cambio della direzione di Raitre, la responsabilità di tutti i canali tematici Rai. Infatti lui risponde duro: «Non rinuncerò a far valere i miei diritti in tribunale perché le nomine varate non risolvono la questione del demansionamento né quella della discriminazione politica». «Da quello che c’è scritto sulle delibere - dice - si capiscono due cose.
La prima è che sarei, non da subito ma a partire da giugno, il nuovo direttore di Rai Educational. E che nel frattempo, da Rai Educational usciranno i suoi programmi principali, i suoi spazi di palinsesto principali sia sulle reti generaliste che su Rai Storia, e una ventina di persone ritenute strategiche per il progetto Rai per i 150 anni dell’Unità d’Italia. La seconda è che non è stato rispettato l’impegno a nominarmi direttore di Rai Digit (cioè dei canali tematici della Rai) previsto nella delibera con cui sono stato rimosso da Raitre». Vedremo cosa deciderà di fare Ruffini nei prossimi giorni. Restano, invece, salde sotto la supervisione del vicedirettore generale Antonio Marano - e ancora prive di un responsabile diretto - le direzioni Rai 5, ovvero il canale culturale che la Lega vorrebbe realizzare a Milano e collegare all’Expo 2015, e Rai Ragazzi (fusione di Rai Gulp e Raisat Yo Yo), che farà stanza a Torino. Sulla questione ieri sono arrivate una valanga di agenzie di stampa con gli esponenti di sinistra a indignarsi per come è stato trattato Ruffini e gli esponenti di destra a replicare che è stato trovato un ruolo adeguato. La questione non finirà qui. In questi giorni si stanno chiudendo anche alcuni importanti contratti per le star della Rai.
Antonella Clerici, che con il suo festival dai grandi ascolti ha caricato la Rai di introiti
pubblicitari, si porterà a casa un contratto che si aggira sui due milioni e mezzo di euro all’anno. Compenso per il programma quotidiano La prova del cuoco, e molte prime serate tra cui Ti lascio una canzone in autunno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.