Il commento Quei pidiellini meno Gagliardi

La notizia, pubblicata la scorsa settimana dal Secolo XIX, non è stata ancora ufficializzata dagli atti ufficiali di Palazzo Tursi. Anzi, il giorno dopo, il segretario regionale e deputato dell’Italia dei Valori Giovanni Paladini ha anche smentito, frenando.
Ma, diciamo così, Alberto Gagliardi - vicepresidente del consiglio comunale in quota Pdl, ex coordinatore metropolitano di Forza Italia, ex parlamentare azzurro ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Berlusconi - dovrebbe passare nelle file dei dipietristi.
Scriviamo subito chiaramente che non è una di quelle notizie per cui scrollare le spalle. È vero che è praticamente dall’inizio del mandato a Palazzo Tursi che Gagliardi non è in linea con il suo partito di riferimento e quindi l’addio, prima o poi, era inevitabile. Ma, certamente, Alberto ha rappresentato qualcosa per il centrodestra genovese. E, soprattutto, il suo addio è diverso da quello di tantissimi parlamentari che hanno usato il Pdl come taxi per andare a Roma e lì riscoprirsi antiberlusconiani.


Anche perché Gagliardi, contro tutte le previsioni e forse anche le speranze di coloro che l’hanno candidato al Comune, a Tursi ci è arrivato con i voti di preferenza. Che sono sempre un viatico notevole, anche fuori moda di questi tempi. (...)

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