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La commozione di Clementina: «Grazie a tutti»

Lacrime di gioia dei parenti. Il fratello: so che tornerà a Kabul

da Roma

Il Falcon 50 della Cai ha toccato terra alle 17:36, sulla stessa pista dell’aeroporto militare di Ciampino che aveva accolto Giuliana Sgrena, Simona Pari e Simona Torretta, Stefio, Agliana e Cupertino, ma anche la salma di Fabrizio Quattrocchi e quella di Nicola Calipari. Quasi un beffardo rituale. Un’atmosfera ormai familiare, oltre la soglia di quella saletta istituzionale ormai avvezza al dispiegamento di flash e telecamere, abituata alle lacrime e ai sorrisi, al giubilo e al pianto.
Di diverso, questa volta, c’erano gli occhi di Clementina. Non si capiva se a rendere più penetrante il suo sguardo fosse l’azzurro dell’iride o una commozione che smorzava in gola le parole, mentre incedeva sorridente e un po’ spaesata a braccetto con Silvio Berlusconi. «Per prima cosa le chiederò cosa farà questa sera a cena», aveva scherzato il premier intrattenendosi qualche istante con i cronisti in attesa dell’atterraggio, ritardato rispetto alla tabella di marcia per un imprevisto scalo tecnico dopo il decollo da Kabul. E forse proprio ad un tocco di humour era dovuto quel suo sorriso mentre camminava sulla pista dopo essere scesa dall’aereo attorniata dai genitori Fabio e Germana, dal fratello Davide, dagli esponenti delle istituzioni giunti per accogliere il suo ritorno a casa: Silvio Berlusconi, assieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, al sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver, al ministro per gli italiani all’estero Mirko Tremaglia, al sindaco di Roma Walter Veltroni e al presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.
Ma il primo ad arrivare a Ciampino, nel pomeriggio poco dopo le 16, è stato il generale Nicolò Pollari, direttore del Sismi. E al termine della cerimonia d’accoglienza, dileguatasi come per incanto la nuvola di cronisti e la piccola folla di politici ed operatori della sicurezza, il capo del nostro Servizio segreto militare è tornato silenziosamente sulla pista con i suoi più stretti collaboratori, ed è salito nuovamente sul Falcon, dal quale è sceso pochi minuti dopo circondato da un gruppo di uomini stretti attorno a lui. Probabilmente gli 007 appena arrivati dall’Afghanistan, quelli che con la loro brillante operazione sul campo hanno portato a casa Clementina, ai quali Pollari avrà voluto trasmettere con orgoglio l’unanime riconoscenza del Paese.
Un orgoglio non nascosto dal premier, che a chi gli chiedeva se fosse contento del felice epilogo del sequestro Cantoni ha risposto con un eloquente: «Se sono qui...». Per poi aggiungere, con un vistoso sorriso sul volto: «Finalmente una buona notizia, quello che si voleva ottenere si è ottenuto al cento per cento». A condividere la gioia, nascosti fra il capannello di persone, una giovane coppia di futuri sposi, lui iraniano e lei italiana, ai quali Clementina aveva promesso che avrebbe fatto da testimone di nozze. Promessa mantenuta, nonostante Timor Shah e grazie agli uomini dell’intelligence. Ai futuri sposi la cooperante di Care International ha riservato uno dei primi, intensi abbracci dopo la ritrovata libertà.
«Ho assistito anche al rientro degli altri ostaggi, ma non avevo mai visto un viso così commosso e provato», ha commentato un membro dell’entourage non appena Clementina Cantoni è passata davanti allo spiegamento di telecamere all’entrata della saletta dell’aeroporto. Nonostante il pressing, però, la cooperante italiana non ha tradito la consegna del silenzio cui l’avevano invitata i magistrati della procura di Roma, che poco dopo l’arrivo l’hanno interrogata per circa un’ora nell’ufficio del capo del pool antiterrorismo, Franco Ionta. «Grazie a tutti, è tutto a posto», s’è limitata a dire la giovane con un filo di voce, vestita con una casacca nera e un paio di jeans, borsa rossa e coda di cavallo. «Sono stata trattata bene, ma non speravo più che mi liberassero. Penso alle altre persone che sono ancora in ostaggio». Poco più in là, ad altri microfoni, il fratello Davide diceva: «Clementina tornerà a Kabul».
Ma al futuro ci sarà tempo per pensare. Ora è il momento della festa e del sollievo. «Potete capire la nostra gioia», hanno detto ad una sola voce i familiari di Clementina mentre arrivando a Palazzo di Giustizia scortati dagli agenti delle forze dell’ordine e dagli 007 del Sismi. «Oggi è una giornata bellissima, guardate, mi viene quasi da ridere, sono felice...», ha aggiunto papà Fabio, mentre mamma Germana gli faceva eco: «Oggi sto benissimo, mi sento benissimo». Intanto, Milano si prepara ad una grande festa per accogliere il rientro della giovane liberata dopo ventiquattro giorni di prigionia.

Ma già nel tardo pomeriggio di ieri la famiglia Cantoni aveva deciso di rinviare ad oggi il rientro, per consentire a Clementina di riprendersi dopo lo shock del sequestro, l’emozione della liberazione e la ulteriore fatica dell’interrogatorio davanti ai magistrati romani ai quali la cooperante ha raccontato le convulse fasi del sequestro, nonché dettagli sul commando che saranno preziosi per gli investigatori.

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