Comune e Provincia non comprano il pesce

di Ferruccio Repetti

Per certi versi, ieri, la presentazione di Slow Fish 2011, quinta edizione dell’evento internazionale dedicato al mondo ittico che si terrà alla Fiera di Genova dal 27 al 30 maggio, ha corso il rischio - magari, non sgradito a promotori e sponsor - di trasformarsi in comizio politico. Con frecce avvelenate, peraltro, equamente distribuite a sinistra e a destra. A sinistra, ad esempio, quando più d’uno dei relatori, a partire dal presidente della Camera di commercio Paolo Odone per proseguire con il governatore Claudio Burlando e il numero uno di Slow Fish Roberto Burdese, con molta eleganza, ma altrettanta determinazione hanno rimarcato l’assenza di Comune e Provincia di Genova, pur amministrati dai «progressisti», alla cerimonia a Palazzo San Giorgio e, soprattutto, al momento dell’apertura del portafoglio per sostenere la manifestazione (quest’anno si dovrà fare col 30 per cento di risorse in meno rispetto alla scorsa edizione). Contro la destra politica, invece, gli strali sono andati, come dire?, un po’ oltre l’evento espositivo. Innanzi tutto per «merito» del guru Carlin Petrini, il grande vecchio di Slow Fish e Slow Food e Terra Madre - tre icone, tre business mondiali - che ha sparato a zero sull’ex ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan e sul suo successore Francesco Saverio Romano: «Ma chi è? Invece di occuparsi delle quote latte ha detto che doveva prima risolvere il problema dell’aceto balsamico. Se va in ordine alfabetico, chissà quanto aspetteranno i coltivatori di zucca...». Poi, quando lo stesso Carlin dice basta alle leggi di mercato: «È la comunità che deve farsi carico di mantenere i piccoli pescatori». Vallo a dire ai «piccoli» ipermercati della Coop! Difatti: Carlin, con un colpo da maestro per non cadere in contraddizione, si rivolge direttamente a Bruno Cordazzo, presente in sala, già presidente di Coop Liguria, consigliere di amministrazione di Unipol Assicurazioni e di Holmo, e attuale vice presidente di Eataly. Non proprio un pescatore, dunque, ma perfetto per rappresentare «la bandiera storica dei poveri e dei deboli, la Coop!». Battute a effetto, insomma, che sembrano fatte apposta per strappare sorrisi e applausi.
Poco prima, si era sintonizzato sulla stessa linea Burlando. Il quale, dopo aver esordito con un «sono stato comunista e ho imparato a rispettare le gerarchie» per andare al microfono prima dell’amico Petrini, ricorda i trascorsi personali a tavola «con l’ex capo dei Tupamaros», e infine incita a «non lasciar cadere questa cosa qui» che poi sarebbe Slow Fish e i suoi risvolti sociali: una manifestazione che - peccato non ricordarlo ieri, sarà un’amnesia - era stata promossa e fortissimamente voluta a Genova nel 2003 quando c’era un certo Sandro Biasotti presidente della Regione sostenuto dal centrodestra (a volte alquanto smandrappato, ma sempre centrodestra). Qualche distinguo fra Claudio e Carlin, c’è, però, a proposito dei bianchetti, che secondo il governatore della Liguria sono un «pescato» fondamentale per dar da vivere ai piccoli pescatori, ma secondo i fondamentalisti-imprenditori di Slow Fish e Slow Food sarebbero da mettere all’indice per non distruggere il novellame e l’intera filiera alimentare. Ci mette una buona parola ancora Petrini che promette un tavolo (o una tavolata) di lavoro, e intanto lancia, così per dire, l’iniziativa che porterà alla pace nel Mediterraneo in fiamme: «Portiamo a Genova 50 pescatori liguri, tunisini, libici e lampedusani, in nome della solidarietà». Tutto risolto. Chissà, anche Sarkozy e la consorte Carlà sarebbero d’accordo. Meno «partigiani» e più istituzionali, invece, gli interventi di Luigi Merlo, presidente dell’Autorità portuale, di Marisa Bacigalupo, in rappresentanza della Fondazione Carige (quella che paga di più), e di Silvio Greco, presidente del Comitato scientifico di Slow Fish, che hanno sottolineato le principali caratteristiche della manifestazione di quest’anno. In particolare: una panoramica più ampia e ricca di laboratori e presidi, e, tra le novità, il gemellaggio con il Festival della Scienza e la presenza del Commissario europeo agli affari marittimi e alla pesca, Maria Damanaki, «che ha accolto nel piano europeo per il settore molte delle proposte lanciate da Slow Fish per la salvaguardia dell’ecosistema marittimo e la tutela dei piccoli pescatori artigianali».

Di sicuro fin d’ora c’è che Slow Fish porterà come sempre a Genova affari e riflessioni importanti, soldi e dibattiti, spettacolo e promozione sociale. Tanto basta per darle un convinto benvenuto, lasciando alle spalle propaganda politica e politichese.

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