Concerto interrotto Il sindacato difende gli indifendibili

L'episodio del Pantheon. La difesa d’ufficio dei responsabili, trasferiti a un altro incarico dal ministero, ignora che esiste anche il buon senso

L'episodio è stato vergognoso, per il suo seguito è difficile trovare un aggettivo appropriato. Quando la mentalità e il linguaggio burocratico attingono determinate vette d'insensatezza, l'indignazione è superata da una sorta di stupefazione incredula. Ci si trova di fronte a una logica aliena, il distacco tra il buon senso comune e la concezione dei diritti e dei doveri predominante tra i passacarte impedisce ogni tipo di normale dialogo.
I marziani sono tra noi, in tutto simili a noi finché si discorre del campionato di calcio o del carovita. Ma non appena il tema riguarda i loro compiti scatta l'altolà: dei regolamenti, degli articoli, dei commi. L'importante non è lavorare, è cavillare. Con spavalderia, con la pretesa che i terrestri debbano adeguarsi alla logica stravolta degli alieni.
L'episodio, ricordo, avvenne domenica 28 febbraio. Un quartetto italo-russo teneva al Pantheon un concerto di musica classica. C'era stato un ritardo nell'inizio delle esecuzioni, alle 18 mancavano quattro minuti per terminare con il Vivaldi in programma. Ma una custode - le immagini hanno fatto il giro del mondo - si fece avanti dicendo imperiosamente che quella era l'ora di chiusura, gli esecutori e i 500 spettatori dovevano andarsene. Ci furono proteste ma la signora, esponente d'una categoria impiegatizia pubblica che si distingue per assenze e negligenze, fu nella circostanza irremovibile. Su quei quattro minuti non poteva transigere. Anche i pochi estimatori della burocrazia non ebbero il coraggio di difenderne il comportamento.
Ieri finalmente il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi ha fatto sapere che i responsabili del fattaccio sono stati trasferiti ad altri compiti mentre è in corso un'inchiesta amministrativa. Non accadrà più - ha garantito il ministro - che «manifestazioni culturali vengano interrotte da una burocrazia ottusa che noi tutti dobbiamo snellire e rendere più trasparente». Il tono è risoluto ma le sanzioni, prevedo, lo saranno molto meno. Magari gli «altri compiti» sono più comodi di quelli che gli interruttori svolgevano. Con i suoi criteri rustici tanta gente ha pensato e pensa che gli implacabili tutori dell'orario avrebbero meritato un licenziamento in tronco. Lo so, è un'idea di impossibile attuazione. Ci si poteva accontentare, dunque, delle promesse di Bondi.
Ma non se ne sono accontentati, non sia mai, i sindacati di categoria. I quali hanno accuratamente evitato di pronunciarsi con chiarezza sul punto, di dire cioè se ci sia un minimo di ragionevolezza nel bloccare un concerto che sarebbe finito quasi subito: essendo evidente che i quattro minuti in più non avrebbero causato danni psicofisici irreparabili ai custodi. Evitando queste piccolezze, i dirigenti sindacali la prendono alla larga. Non per difendersi ma per accusare. Ci sono «precise responsabilità» del ministero dei Beni culturali e della soprintendente Federica Galloni: rea di «non aver saputo organizzare e regolamentare il servizio». Se fosse più brava i quattro minuti magari ci stavano. Le critiche di Bondi, insistono i sindacati, sono soltanto di facciata, altro che lo stop alla burocrazia ottusa. Ai custodi sono stati impropriamente affidati compiti amministrativi. A questo punto arriva, per tagliare la testa al toro, e attestare che i custodi avevano pienamente ragione, una dichiarazione della Uil al Tg1: «I custodi non c'entrano, è previsto che ci sia sempre un funzionario tecnico che garantisce i turni: quel funzionario non c'era».
Tra i terrestri, non tra gli alieni, può anche capitare che in mancanza del «funzionario tecnico» gli addetti si arrangino per stabilire da soli i turni. Ma lo straordinario in questa dichiarazione è che una custode cui sarebbe inibito di organizzare i turni - ci vuole il funzionario tecnico - ritenga di poter troncare un concerto importante per uno sforamento di quattro minuti.


Per fare qualcosa di utile la custode è inadatta, per provocare un umiliante scandalo di risonanza planetaria è adattissima. Da perderci la testa, almeno gli umili comuni mortali come noi. Gli alieni, si sa, hanno alcune marce in più.

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