Cronache

Il parassita e il contagio scongiurato

Il parassita e il contagio scongiurato

La toxoplasmosi è una malattia nota a gran parte della popolazione, specialmente quella femminile. Responsabile della malattia è un protozoo che colonizza le cellule, noto come Toxoplasma gondii. Attraverso una specie di trapano, chiamato conoide, il toxoplasma si apre un varco nella membrana cellulare e penetra all'interno della cellula dove si riproduce nutrendosi del citoplasma.

L'uomo si può infettare mediante il contatto con le feci di animali infetti (soprattutto gatti) o ingerendo cibo crudo o poco cotto (soprattutto carne suina e ovina), contaminato dal parassita. Il gatto è considerato l'ospite finale del parassita, mentre numerosi sono gli ospiti intermedi, quali i vermi, gli uccelli, le mosche e l'essere umano. Il ciclo può essere sintetizzato in questo modo: il parassita entra in un lombrico, un passero mangia il lombrico, il gatto mangia il passero e l'uomo viene a contatto con le feci del gatto. Sembra una nota canzone di Branduardi, ma tale è la realtà. All'interno del gatto sano il toxoplasma si riproduce e si trasforma in forma capace di infettare l'uomo, mentre il felino raramente si ammala. Il fatto che la donna in gravidanza possa essere infettata e che, in casi molto rari, il feto ne possa soffrire, ha dato luogo in passato a battaglie epiche tra ginecologi e veterinari. I primi spesso consigliavano alla donna incinta di «allontanare» o sbarazzarsi tout court del gatto, i secondi facevano notare che, con le dovute precauzioni, il rischio per la gravida era pari a zero e consigliavano di porre molta attenzione, più che al gatto di casa, alle carni e a verdura e frutta crude o poco cotte che potevano essere state contaminate dal parassita. Il tempo stavolta ha dato ragione a chi sosteneva l'innocenza del gatto e, negli ultimi decenni, il fattore di rischio da parte dei felini è stato notevolmente ridimensionato. Oggi i gatti, specie quelli d'appartamento, non sono più considerati i principali responsabili del contagio.

Nonostante ciò è bene che la donna gravida, che non abbia sviluppato anticorpi nei confronti del toxoplasma e sia quindi praticamente «vaccinata» nei confronti della malattia, non si occupi della cassetta o se ne occupi usando guanti e cambiando la sabbietta ogni 24 ore.

Queste semplici precauzioni ridurranno il «rischio gatto» praticamente a zero.

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