Consulenze e telefoni d’oro nella Provincia di Penati: anche la Bocconi lo boccia

Sotto la lente le oltre 1300 utenze a tariffa incontrollata e le spese per più di mille auto

Sprechi nel distribuire telefonini ai dipendenti (1.300 con tariffe altissime), nell’usare le automobili (acquistandole e non noleggiandole), nelle consulenze personali che toccano il tetto delle 600 l’anno. E così sperperando si è arrivati a uno squilibrio di bilancio di 40 milioni di euro. È la pesante eredità della giunta Penati che l’amministrazione Podestà si è trovata sul groppone. A stimare il buco del bilancio e a calcolare quanto si debba stringere la cinghia entro i prossimi due anni è il «due diligence» stilato dai professori della Bocconi. Un rapporto che traduce in numeri la sofferenza dell’ente. I revisori di conti hanno scoperto anche errori sulle bollette commessi dalle compagnie telefoniche pari a 160mila euro (i soldi verranno restituiti alla Provincia).

«Purtroppo dobbiamo rimandare alcuni progetti che avevamo messo in cantiere, penso al pulsante antipanico da far scattare in caso di malore o pericolo - commenta il presidente della Provincia Guido Podestà -. Cercheremo di ridurre gli immobili, portandoli da 11 a tre. Questa operazione ci frutterà 130milioni di euro».

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